
Vive a Milano da anni ormai, da quando superò brillantemente un colloquio di lavoro che lo portò giovanissimo a farsi le ossa nel settore marketing del Corriere della Sera prima del suo passaggio a Publitalia dove ha lavorato in ruoli di grande responsabilità fino alla pensione, ma il suo rapporto con La Spezia e soprattutto con lo Spezia è rimasto sempre quello di un tifoso passionale e appassionato.
Questa settimana abbiamo invitato a colazione Alberto Pandullo (nella foto).
Quando è nata la tua passione per le aquile?
"È un amore che mi ha trasmesso fin da piccolo mio padre Mario. Ricordo ancora la mia prima partita al Picco, era il febbraio del 1962 un pareggio senza gol contro il Cagliari in serie C. Era lo Spezia di Zennaro e Incerti, quella stagione retrocedemmo in serie D, ma fu la scintilla per un rapporto che nel tempo si è consolidato sempre di più come tifoso e in modo diretto come professionista a partire dagli anni ottanta".
Qual è il ricordo più bello che hai del tuo rapporto speciale con lo Spezia?
"Tra i più emozionanti di sicuro c’è l’esperienza della presidenza dello ’Spezia siamo noi’. Furono mesi frenetici in cui la città si strinse intorno alla squadra per evitare il fallimento. Ricordo ancora quelle riunioni infinite delle ultime settimane presso la sede della Saras per cercare di convincere l’Inter. Alla fine sfumo’ il miracolo perché Rosati, l’imprenditore che poi fece grande il Varese negli anni seguenti, era pronto a investire ma chiedeva all’Inter che deteneva una parte marginale del club di accollarsi tutti i debiti dell’ultima gestione. Per fortuna dopo venne Volpi e siamo a parlare di un miracolo calcistico vero e proprio con la promozione in serie A che stiamo vivendo oggi".
Qual è la partita della storia dello Spezia a cui è rimasto particolarmente affezionato?
"Ce ne sono tante, ma ne dico una per raccontarvi un aneddoto: la vittoria del 2000 al Picco dello Spezia dei record di Mandorlini nell’amichevole contro il Milan. All’epoca collaboravo per il marketing con lo Spezia Calcio e proposi a Zanoli questa amichevole, contattai un dirigente della società rossonera che accettò l’invito. C’era però una condizione onerosa ovvero 150 milioni di lire da dare al Milan per organizzare la partita. Zanoli aveva paura che non saremmo rientrati con le spese, sbloccò la situazione in suo vice Trevisan. Ricordo ancora che arrivò il pullman del Milan e un noto dirigente per prima cosa andò in sede a ritirare l’assegno. Fu comunque un successo di pubblico con quasi 14mila persone allo stadio, lo Spezia vinse 4-1 e fece un super incasso".
Da uomo di marketing: qual è stata la maglia più bella della storia dello Spezia?
"Secondo me la maglia con lo sponsor Arbre Magique. All’epoca era un brand secondo solo a coca cola e a nutella in Italia. Graficamente era molto bella con lo sponsor tecnico Robe di Kappa che all’epoca in C vestiva solo lo Spezia, fu un colpaccio convincerli dato che rifornivano solo la Nazionale e la Juventus. Seconda nell’ordine quella della stagione 19881989 con lo sponsor Grunland, alla quale sono molto legato perché iniziai in quel periodo a collaborare per il settore pubblicitario con lo Spezia di Mastropasqua per il grande affetto che lo legava a mio padre. Ma la cosa che mi rende più orgoglioso è il logo dello Spezia Calcio, quello che oggi grazie alla serie A sta facendo il giro dell’Italia. Fu un gran lavoro d’equipe ai tempi dello Spezia della presidenza Paolillo, prendemmo spunto per dimensioni e stile da quello dell’Inter e ne uscì davvero un capolavoro".
Qual è la cosa più folle che ha fatto per lo Spezia?
"Rimetterci 12 milioni di vecchie lire. Era il 1995 con lo Spezia in difficoltà economica. Per l’iscrzione al campionato i tifosi aiutarono la società per pagare la fideiussione necessaria per l’iscrizione al campionato. Chi aveva il conto presso la Cassa di Risparmio della Spezia recuperò la somma, io e l’allenatore di quell’anno Onofri avevamo un altra banca e la somma non ci venne più riconosciuta".
A proposito di follia: la folle serata di Napoli ha regalato tre punti preziosi per il futuro dello Spezia. Chi è l’uomo salvezza di questa squadra?
"Chi può essere decisivo in questa impresa è mister Italiano. La salvezza dello Spezia dipenderà molto da lui. È un tecnico preparatissimo che conosce pregi e difetti dei suoi giocatori. Se corregge in corsa alcuni aspetti, come ha fatto lo scorso anno dopo quell’inizio difficile, sono certo che potrà regalarci la continuazione di questo sogno chiamato serie A".
Gianluca Tinfena