REDAZIONE LA SPEZIA

Ministero condannato a risarcire il giudice onorario ’cottimista’

Riconosciuti i diritti dei lavoratori secondo il diritto europeo e l’abuso delle ripetute assunzioni a tempo

Una sentenza che segna una svolta ma la cui portata, in assenza di motivazioni, è tutta ancora da appurare. Intanto fa notizia la condanna del Ministero di Giustizia in accoglimento (benché parziale) del ricorso di un giudice, uno dei 22 magistrati onorari in servizio nel Tribunale della Spezia. Lei è Stefania Letizia. Una precaria-cottimista al servizio della giustizia, come tutti i giudici onorari, arruolati per far fronte all’emergenza. Esercitano funzioni-chiave senza le quali la giustizia andrebbe in tilt ma non godono dei diritti fondamentali dei lavoratori e di retribuzioni rapportabili all’impegno profuso. Facendo un paragone sul piano orario, emerge che le badanti prendono di più. Il compenso riconosciuto è connesso alle udienze svolte. Ognuna, della durata minima di 5 ore, è retribuita con 70 euro netti. Ma il lavoro indotto, svolto in ufficio e a casa, a monte e valle dell’udienza fino all’emissione della sentenza, non è oggetto di riconoscimenti. Senza contare l’assenza di ferie, contributi previdenziali, pagamenti delle trasferte in caso di adempimenti esterni al Tribunale.

Ebbene, il giudice del Lavoro Marco Viani, nel caso della ricorrente, assistita dall’avvocato Sergio Galleano, ha stabilito che la stessa, per le funzioni di giudice onorario svolte, "rientra nella nozione di lavoratore secondo il diritto dell’Unione Europea". Di qui il risarcimento del danno morale per "l’abusiva reiterazione dei rapporti a tempo determinato" nella misura di una somma pari ai sette dodicesimi dell’ultimo trattamento annuale, oltre a interessi legali. Il giudice onorario chiedeva un trattamento economico analogo a quello dei giudici togati, a parità di funzioni. Sul punto non l’ha spuntata. E c’è, a tal prosito, da capire il perchè. Si impone a suo favore, invece, il riconoscimento delle ferie non godute dal primo rinnovo del contratto a termine, nel 2009, ad ora.

Corrado Ricci