REDAZIONE LA SPEZIA

Militanti di Casapound indagati L’incidente probatorio dura 5 ore

Sette testimoni, tra cui le due parti offese, hanno effettuato il riconoscimento all’americana in aula protetta

E’ durato cinque ore, ieri mattina, l’incidente probatorio chiesto dal procuratore capo Antonio Patrono in seguito all’aggressione a due ragazzi di 21 anni avvenuta il 30 maggio scorso, per la quale sono indagati alcuni esponenti di Casapound.

Nell’aula protetta del tribunale sono sfilati sette testimoni, tra cui le due parti offese difese dall’avvocato Massimo Lombardi, per effettuare il confronto all’americana, sotto gli occhi attenti dei poliziotti della digos che hanno evitato qualsiasi contatto. Oltre ai quattro indagati, sono state inserite altre persone. Gli indagati sono il referente comunale spezzino di Casapound Francesco Carlodalatri di 26 anni, difeso dall’avvocato Cesare Bruzzi Alieti, i militanti Nicola Scano e Alessio Colombo difesi dagli avvocati Cesare Bruzzi Alieti e Luigi Fornaciari Chittoni e Lorenzo Bondi difeso dall’avvocato Chiara Rebecchi.

La lite era avvenuta in via Sapri nella notte, tutto sarebbe nato da una battuta di natura politica fatta dai due giovani, mentre Carlodalatri si trovava in un locale con alcuni amici. Sulla base della ricostruzione effettuata dalla digos, dopo essere stato preso di mira verbalmente dai due, il referente di Casapound avrebbe inseguito i due ragazzi, assieme ad altre persone. Sarebbe stato un gruppo dai quattro componenti, secondo le testimonianze, ad effettuare la ’spedizione punitiva’. I due ragazzi 21enni sono stati aggrediti e hanno riportato diverse ferite, con prognosi di 30 e 7 giorni rispettivamente per fratture scomposte al setto nasale e per trauma facciale e cervicale. All’arrivo di una pattuglia della squadra volante, in seguito alla telefonata di alcuni passanti, poi supportata da un’altra volante e da due pattuglie dei carabinieri, gli aggressori erano scappati lanciando anche un petardo verso gli agenti. I poliziotti della digos, diretti dal vice questore Gianluca Cariola, erano riusciti a ricostruire l’aggressione grazie agli elementi raccolti nell’immediatezza dalle volanti, al racconto dei testimoni e alle telecamere di zona, denunciando Carlodalatri e successivamente anche gli altri tre militanti. Era stata perquisita la sede del movimento di estrema destra ed erano stati sequestrati due petardi che gli investigatori ritengono possano essere dello stesso tipo di quello esploso la notte dell’aggressione.

Massimo Benedetti