REDAZIONE LA SPEZIA

Migliarina, va in pensione lo storico barbiere

Dopo oltre 70 anni di attività Carmine ‘Carlo’ Ciuccio abbassa la saracinesca. La passione per arte e pittura. "Ora mi godrò la famiglia"

Un tempo lontano, un bambino, le sue forbici, un sogno da realizzare. Ed oggi, dopo oltre settant’anni di carriera, Carmine Ciuccio, per tutti e da sempre Carlo, chiude per sempre la sua saracinesca. Lo storico barbiere di Migliarina va in pensione. Classe ‘40, Carlo comincia la professione come garzone nella bottega di un piccolo borgo rurale in provincia di Salerno, la sua terra d’origine. Era poco più di un bimbo, ma già le idee sono chiare riguardo a quello che avrebbe voluto fare da grande. Trasferitosi successivamente a Porto Venere, ospitato dallo zio Raffaele Ferri, continua ad impratichirsi lavorando come dipendente nel barbiere del paese. Finalmente, nel 1964, apre il suo salone alla Spezia, in via del Canaletto 335 (nel quartiere di Migliarina), mentre frequenta l’accademia Anam, qualificandosi maestro d’arte e praticando la professione di barbiere e parrucchiere da uomo con la passione, la dedizione e la cura del cliente che hanno reso il suo salone una vera e propria istituzione. La sua passione per l’arte e per la pittura hanno fatto avvicinare al suo locale illustri artisti del nostro territorio, che amavano farsi servire da Carlo, creando spesso un vero salotto culturale: tra questi ricordiamo Rosa, Argenti e Tamberi, dei quali possiede numerose e importanti opere. Come ogni artigiano del settore, anche Carlo, nel tempo, ha dovuto adeguarsi a tutte le novità introdotte con l’ingresso della tecnologia e della digitalizzazione. Nonostante le varie difficoltà ha continuato il suo lavoro con quel senso del dovere e abnegazione tipico delle vecchia guardia, di chi non osserva orari e magari rinuncia anche alle ferie pur di non scontentare il cliente. "Ho affrontato molti cambiamenti nel corso della mia lunga carriera – afferma orgoglioso Carlo – ho pure provveduto ultimamente ad adeguare il mio metodo di lavoro, applicando le nuove regole per il contenimento della pandemia da Covid 19, sempre attento e ligio al dovere".

Ma la veneranda età di 80 anni, l’introduzione del pos e la recente notizia dell’obbligo del registratore di cassa, hanno fatto maturare in Carlo l’idea di appendere (con merito) le forbici al chiodo. Adesso comincia per Carlo la famigerata e per molti sospirata vita da pensionato. E ora, vista l’immersione totale della sua esistenza nel lavoro, come occuperà il tempo? "Mi mancherà molto il mio salone – confessa emozionato Carlo - . Ma finché la salute vorrà assistermi, credo che occuperò le mie giornate dedicandomi alla terra. Ho la fortuna di abitare in campagna: la vite, gli ulivi, gli alberi da frutto e tutto quello che nasce dalla terra e dal lavoro delle mani mi ha sempre affascinato. Mi godrò la mia famiglia e i miei bellissimi nipoti".

Marco Magi