FRANCO ANTOLA
Cronaca

Marinasco, un tesoro da salvare: «Servono due milioni di euro»

Appello della portavoce dei parrocchiani: ‘Non lasciateci soli’

L’INCONTRO In alto don Luca Pescatore e Andrea Marmori; qui sopra, il pubblico

La Spezia, 18 settembre 2016  - PER RESTITUIRE all’antica chiesa di Marinasco la sua stabilità serviranno almeno due milioni di euro, per questo occorre l’impegno convinto di tutta la comunità. Ecco il messaggio venuto dall’incontro – partecipatissimo – svoltosi l’altra sera nella sede di Confindustria, promosso dal comitato parrocchiani di Marinasco, che, dopo aver coinvolto il Fai nell’operazione recupero a fianco della Curia, sta cercando di allargare il fronte della solidarietà. Operazione non facile, considerati i costi dei lavori di risanamento per i quali, dopo il rovinoso cedimento del 2010, sono stati stanziati finora 450mila euro dalla Diocesi (8 per mille), e altri 200mila dal Ministero per i beni culturali.

A DARE il benvenuto ai parrocchiani e ai tanti spezzini accorsi al capezzale della loro Pieve (compreso il vicesindaco Cristiano Ruggia) è stato il vice direttore dell’Unione industriali Marco Rafellini: «Spezia non è solo Cinque Terre, abbiamo tantissime ricchezze che vanno salvaguardate, e Marinasco è una di queste». Una chiesa, quella di Santo Stefano Protomartire – ha aggiunto il parroco don Luca Pescatore – che, a parte l’aspetto religioso, suggerisce «un’idea di bellezza che è doveroso salvaguardare». Andrea Marmori, architetto e profondo conoscitore del territorio ha tracciato la storia della Pieve, collocandola nel contesto storico-religioso dell’epoca (la prima citazione risale al 950 in un rogito ufficiale, ma si ha ragione di pensare che sia molto più antica) ampliando poi la sua analisi alla storia della comunità locale e alle vicende della diocesi, dagli albori della Chiesa ai giorni nostri, senza tralasciare l’approfondimento delle peculiarità architettoniche dell’edificio. Aspetti cui si è soffermato anche l’architetto Matteo Bongi, che sta seguendo i lavori alla chiesa assieme al collega Augusto Marchioni e agli ingegneri Euro Cecchi e Riccardo Marangoni.

LAVORI complessi e oltremodo costosi, trattandosi di consolidare un edificio minato dai cedimenti e dalle frane, imputabili anche lo scavo di gallerie. Dopo speciali “iniezioni” di cemento nelle strutture portanti, si tratterà di mettere mano alle fondazioni, mentre si sta completando il rifacimento del tetto. Lavori che serviranno a rendere agibile la chiesa ma non certo a restituirle il suo decoro interno, con tutta l’impiantistica, interventi che richiederanno nuovi, cospicui investimenti. Dove trovare le risorse? Da enti e istituzioni, certo, ma anche dalla mobilitazione della comunità in modo da poter procedere per gradi, ha spiegato la portavoce del comitato dei parrocchiani Clara Paganini: «Marinasco appartiene a tutti, non lasciateci soli».