
Una mareggiata, in alto Alessandro Benedetti (ph Franco Bolzoni)
Bonassola, 3 giugno 2017 - QUANDO i comuni mortali smoccolano alla cognizione delle previsioni del tempo che annunciano tempesta lui diventa radioso. Questione di momento bramato per dar sfogo alla sua passione di... cacciatore di onde, armato di macchina fotografica. Lui è Alessandro Benedetti, 45 anni; abita e lavora a Bonassola e per professione fa il ricercatore del Cnr: indaga effetti erosivi del mare sui materiali a mollo nell’acqua salmastra. Quando il mare monta, va a cercare gli artigli spumosi che si allungano sulla costa.
«UN POSTO ottimale, la riviera, per godere delle libecciate» dice sfogliando il libro “Wawe watchin”» fresco di stampa nel quale, insieme a Stefano Gallino e Luca Onorato, ha inanellato centinaia di immagini, terrificanti e poetiche al tempo stesso, immortalate con la sua macchina fotografica davanti al mare agitato. Lo ha fatto battendo tutto l’arco della Liguria, da Sanremo a Porto Venere, fino a spingersi nelle mete internazionali più ambite dai surfisti. Da trent’anni è sempre così: quando il gioco delle perturbazioni atlantiche innesca la burrasca lui si attrezza, per coglierla al massimno della sua energia: giacca a vento, cappuccio in testa e macchina fotografica avvolta in un foglio di nylon. E via da dare la caccia alle montagne liquide. E’ bella quando esprime la massima potenza. Al culmine cade e diventa ricordo. Forse è per imprigionare la memoria che ho cominciato a scattare» dice spiegando le ragioni dell’hobby, un gioco bello ma pericoloso.
«E’ VERO, le grandi onde sono una maraviglia della natura ma sono insidiose. Ti ghermiscono sul più bello, mentre allenti l’attenzione su di esse e sulle dinamiche del mare da cui si generano. Per questo occorre stare in guardia: un occhio all’obiettivo, un occhio attorno. Ma qui, nel levante ligure, e in particolare fra Levanto e Framure, le mareggiate, oltre a raggiungere il top dello spettacolo del Mediterraneo per una questione di abbondanza di fecth (la superficie di mare aperto su cui spira il vento con direzione e intensità costante) può essere vissuto in sicurezza, grazie alla gallerie della dismessa linea ferroviaria e ai belvedere che si aprono su di essa: basta fare un passo indietro e sei schermato. Si tratta di una grande risorse turistica, magari per attrarre visitatori in bassa stagione. Ho elaborato da tempo un progetto. Ora è all’attenzione degli enti, staremo a vedere».