REDAZIONE LA SPEZIA

Mamma non vede la figlia per 7 anni. Condannato il padre

Il tribunale aveva disposto che la bambina vivesse con la 35enne spezzina in estate e durante le feste

La vicenda si è conclusa con la condanna dell'uomo

La Spezia, 17 luglio 2023 – Quando si erano separati, il giudice su accordo tra gli stessi genitori, aveva stabilito che la figlia minore vivesse con il padre in Marocco per la maggior parte dell’anno, ma che nei mesi estivi dovesse fare rientro in Italia per stare con la madre e anche nelle festività. Cosa mai accaduta per sette anni, dal 2017 al gennaio 2023, momento in cui la madre è riuscita a riportare in Italia la ragazza che ora ha 16 anni e dallo scorso gennaio vive felicemente assieme a lei. 

Nei giorni scorsi il giudice Gianfranco Patralia ha condannato un cittadino marocchino di circa 40 anni in base all’articolo 388 del codice penale, per aver violato un provvedimento del tribunale della Spezia con cui si intimava allo stesso di riportare in Italia la figlia minore per rispettare le condizioni di divorzio stabilite in accordo con la madre della bambina, una donna di circa 35 anni spezzina. In questi sette anni la signora aveva perso progressivamente ogni contatto, anche telefonico, con la figlia, non poteva andare in Marocco a causa delle sue precarie condizioni di salute ed economiche. Poi la figlia stessa è riuscita a ricontattare la mamma, con la quale da circa due anni aveva ristabilito almeno il contatto telefonico. 

La mamma si è quindi rivolta all’avvocato di fiducia Valeria Orlandi per poter rivedere la figlia. E alla fine la battaglia è stata vinta. Il pubblico ministero Federica Mariucci a seguito della denuncia della madre che non ha più visto la figlia per sette lunghi anni, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del padre. L’imputazione di partenza era quella di sottrazione di minore, articolo 574 bis del codice penale "per aver sottratto la minore alla madre, trattenendola in Marocco contro la volontà della madre e impedendole l’esercizio della potestà genitoriale". Il padre, infatti, dal 2017 non l’aveva più riportata in Italia come previsto dagli accordi di separazione e poi divorzio.

Il giudice Petralia ha però derubricato il reato in inosservanza del provvedimento del giudice, condannando il padre, difeso dall’avvocato Aldo Niccolini, a 500 euro di ammenda e alla rifusione di tremila euro alla madre quale provvisionale, oltre al pagamento delle spese legali della parte civile.

Massimo Benedetti