REDAZIONE LA SPEZIA

Ma ora gli operatori nautici alzano la voce "Assurdo buttare soldi nella ricostruzione"

La darsena parla all’unisono: "Serve un collegamento diretto con il mare. C’è in discussione un intero modello di sviluppo"

La ricostruzione di un nuovo ponte che regoli l’accesso alla darsena di Pagliari, a giudicare delle parole del presidente dell’Autorità portuale Mario Sommariva e del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini pronunciate ieri in conferenza stampa, sembrerebbe certa. Una prospettiva che solleva le reazioni degli operatori del consorzio della nautica, per la gran parte totalmente contrari. Secondo Luisa Nardone – della storica azienda Beppe Nautica – "soltanto immaginare che si possano pianificare progetti per interventi di ricostruzione del ponte significherebbe dare avvio a una gestione delle risorse pubbliche non oculata e poco lungimirante, in netto contrasto con le esigenze degli operatori nautici, che per di più sarebbero così costretti a subire certamente ulteriori inefficienze lavorative future".

Molto netto anche il general manager del gruppo Valdettaro, Luca Erba: "Il canale aperto non procurerebbe problemi di viabilità, questa è garantita dalle strade alternative che abbiamo percorso in questi mesi, ne abbiamo la certezza perché durante questo periodo non si è mai verificato nessun problema. Quello che non sarebbe garantito con la ricostruzione del ponte sarebbe la piena operatività della darsena che è in continua espansione". Più sfumata la posizione di Fabrizio Forma – amministratore delegato di Art Sub – secondo cui adesso la priorità è rimuovere il ponte e ridare linfa vitale alle tante aziende: "Porre la questione nei termini di ponte si o ponte no per adesso è prematuro. Quello che è certo è che bisogna contemperare le esigenze del traffico con quelle delle darsena". Dello stesso parere Emiliano Galimberti, titolare della Nautica Galimberti: "Sicuramente in questi anni il ponte ha limitato il nostro lavoro. Se mai se ne dovesse costruire uno nuovo dovrà essere essere pensato anche in funzione di un transito delle barche che andrà ad aumentare sempre di più".

Quelle che abbiamo riportato sono solo poche voci ma senza timore di smentita si può dire che questo sia il sentimento di un intero comparto. Imprese prima colpite dalle chiusure imposte dalla pandemia e poi dal crollo del ponte che ha reso il canale inagibile proprio nel momento in cui stava partendo la ripresa. I lavori della darsena di Pagliari iniziarono il 2 dicembre del 2004 con l’intento di creare nuovi spazi per una vocazione già sentita allora come fondamentale per il futuro del territorio, la nautica di porto. E già in partenza la darsena fu pensata come il primo nucleo di un più ampio distretto nautico che doveva comprendere anche l’area delle Casermette, progetto tornato nuovamente al centro del dibattito pubblico negli ultimi anni. "Se vogliamo davvero diventare una capitale della nautica – concludono gli operatori – serve dotare la darsena di un collegamento diretto con il mare degno di questo nome. Un nuovo ponte che si aprisse e si chiudesse con tempi di intervallo biblici come quello precedente non solo rallenterebbe le operazioni delle nostre attività lavorative. Metterebbe anche in discussione l’impostazione complessiva del modello di sviluppo del nostro territorio a cui, a parole, tutti si dicono favorevoli. Errare è umano ma perseverare sarebbe diabolico".

Vimal Carlo Gabbiani