
Sono stati celebrati ieri nella chiesa di Nostra Signora della Neve i funerali di suor Fernanda Berti (nella foto), religiosa delle figlie di Maria Ausiliatrice spezzine, molto nota in tutta la provincia. La religiosa è morta venerdì all’ospedale di Sarzana dopo aver contratto il Covid. A seguito della sua positività, tutte le religiose spezzine e i laici che collaborano con l’istituto spezzino sono stati messi in quarantena. Suor Fernanda, 91 anni, originaria di Padova aveva trascorso molti anni alla Spezia dagli anni 50 agli anni 70 ed era rientrata nella casa spezzina 4 anni fa. La ricorda la direttrice spezzina suor Maria Paoletti sul sito delle figlie di Maria Ausiliatrice, ordine religioso femminile voluto da San Giovanni Bosco "Grazie suor Fernanda – scrive suor Paoletti – in te ho visto una donna buona, generosa, sempre attenta ai bisogni degli altri, dispiaciuta solo quando non potevi accontentare qualche sorella o persona amica. Una presenza positiva e preziosa, saggia, piena di buon senso, con una parola buona per tutti. Avevi una parola di conforto per creare fraternità e clima di famiglia". Suor Fernanda pronunciò i suoi voti religiosi a Montoggio (Genova) il 6 agosto 1951 e poi dal 1952 fino al 1973 svolse la sua attività di sacrestana, di assistente delle interne e di aiuto ad un’insegnante proprio alla Spezia. Nel 1973 si spostò a Vallecrosia (Imperia) e per 11 anni fu economa, molto amata dalle persone per il suo tratto gentile, attenta e oculata. Amava la preghiera personale e comunitaria. Nel 1984 tornò a Genova dove svolse il ruolo di economa con competenza. Nel 1993 di nuovo a Vallecrosia come economa e consigliera; nel 2003 andò a Lugo (Ravenna) per essere un po’ più vicina alla sorella suor Livia che si trovava a Treviso con problemi di salute e morì nel 2008. Rimase a Lugo 13 anni. A causa dei problemi di salute legati al diabete nel 2016, con il passaggio di gestione della Scuola al Consorzio di Cooperative "Il Solco", la comunità viene ridotta e suor Fernanda ritornò a Spezia come economa. Nell’istituto di viale Amendola tutte le consorelle stanno meglio e sono in attesa del tampone. "Ci portiamo in cuore il suo sorriso – dicono le suore e i laici – la sua affabilità salesiana, la sua testimonianza serena e l’accoglienza di ‘ogni persona così come è’, senza pregiudizi".
Fabrizio Dellepiane