REDAZIONE LA SPEZIA

Lo screening dell’occhio senza dilatare la pupilla

Al centro DueSoli un apparecchio che permette di eliminare le fastidiose gocce. Il dottor Solignani: "E’ molto utile per i bambini in caso di traumi anche lievi".

Ricordate le ’fastidiose’ gocce che dilatano la pupilla per effettuare gli esami di screening del fondo dell’occhio? Ora non sono più necessarie, grazie a un innovativo apparecchio con cui il centro medico DueSoli ha recentemente arricchito il suo bagaglio tecnologico. A spiegarci il funzionamento del macchinario è il dottor Federico Solignani, che col padre Giancarlo, per tanti anni riferimento della divisione oculistica dell’ospedale della Spezia, presta la sua opera nel centro di via Taviani 52.

"Optos Daytona NextGen – spiega l’oculista Federico Solignani – è uno strumento che permette di effettuare degli esami di screening del fondo dell’occhio senza la necessità di ricorrere ai midriatici, le famose gocce che dilatano la pupilla. L’acquisizione della foto avviene in 0,3 secondi per ogni occhio e permette di ottenere immagini in alta definizione. Non sarà quindi più necessario essere accompagnati perché non dilatando la pupilla, non ci saranno più difficoltà a guidare dopo l’esame. I soggetti diabetici potranno effettuare esami comparativi in modo molto più semplice e potranno avere un immediato riscontro dell’evoluzione della loro malattia a livello oculare. Anche per le altre patologie in generale il follow-up sarà molto più preciso, in quanto si avranno sempre a disposizione le immagini precedenti da poter confrontare immediatamente e notare eventuali differenze in maniera oggettiva".

Una bella notizia soprattutto per i bambini.

"Certo, lo studio può essere effettuato anche nei bambini e risulta molto utile in caso di traumi anche lievi, ma che potrebbero avere effetto sulla retina. La notevole ergonomia dello strumento permette di effettuare l’esame sia da seduti sia in piedi, adattandosi alle esigenze di ogni paziente. È inoltre possibile con una analisi lievemente più lunga e che richiede una maggiore collaborazione da parte del paziente, effettuare un esame ancora più approfondito per studiare anche la parte più periferica della retina per ricercare eventuali rotture e programmare un trattamento laser, atto ad evitare un distacco di retina".

L’apparecchio può essere utile anche a livello diagnostico?

"Si può acquisire una immagine del fondo dell’occhio in autofluorescenza, sempre in 0,3 secondi, per poter studiare al meglio patologie che coinvolgono gli strati esterni della retina come ad esempio la maculopatia e la retinite pigmentosa o anche alcune malattie infiammatorie della coroide che è la tonaca vascolare dell’occhio. Lo studio del fondo dell’occhio con questo strumento, oltre ad evidenziare eventuali danni dovuti al diabete, è utile anche a diagnosticare patologie sistemiche come l’ipertensione arteriosa, talora misconosciuta al paziente".

Massimo Benedetti