
Il leader degli spedizionieri entra nel dibattito sull’utilizzo delle aree produttive "Enel e Arsenale, sintesi tra le varie esigenze per permettere a tutti di crescere".
Da una parte il boom di settori diventati ormai trainanti per il tessuto economico della provincia, alla continua ricerca di nuovi spazi; dall’altra le difficoltà nel pianificare il riutilizzo a fini industriali di quelle (poche) aree che rappresenterebbero la risposta – e forse anche la svolta – per il settore produttivo locale. Un paradosso con cui la provincia si confronta da tempo senza trovare soluzioni, e sul quale interviene Alessandro Laghezza, imprenditore e presidente degli Spedizionieri del porto della Spezia.
Il tema del riutilizzo delle aree è ormai centrale per gli imprenditori. Qual è la situazione nello Spezzino?
"Si è acceso un importante dibattito circa il migliore utilizzo delle aree produttive della nostra città. Il nostro territorio vede infatti, in spazi ridotti, la convivenza di aree dedicate alla navalmeccanica ed alla cantieristica da diporto con altre dedicate alla portualità ed all’industria della difesa. A questi tre blocchi principali e al relativo indotto si aggiungono le installazioni e le servitù militari, base navale inclusa, che occupano buona parte del Golfo, e le aree industriali dismesse, in particolare quella relativa alla ex centrale Enel. Uscendo dalla città, troviamo un’ampia area logistica a Santo Stefano Magra ed un importante distretto industriale fra Arcola ed il fiume Magra, oltre a numerose attività industriali ed artigianali situate nella bassa Val di Vara, nel comune di Sarzana ed a macchia di leopardo negli altri territori.
Quindi?
"Discutere di pianificazione territoriale e di infrastrutture é quindi essenziale se vogliamo che la nostra provincia possa cogliere in pieno le grandi opportunità di sviluppo che vengono dalla navalmeccanica e dal settore della difesa, senza penalizzare attività altrettanto importanti quanto quelle portuali, logistiche e turistiche".
Come raggiungere l’obbiettivo?
"La mia convinzione è che, in un territorio che dispone di ampie aree da riconvertire (70 ettari nella sola area Enel) o da utilizzare meglio come i 120 ettari nel solo Arsenale militare, si possano trovare soluzioni che consentano a tutte le attività di crescere e prosperare, facendo sintesi fra le varie esigenze, in una logica di sviluppo integrato e sostenibile. La crescita di un territorio si misura infatti nella sua capacità di accogliere attività economiche anche diversificate fra loro che ne consentano uno sviluppo di medio e lungo periodo, con ricadute misurabili non solo in termini di Pil generato ma anche di capitale umano creato e di ricchezza effettivamente lasciata sul territorio stesso. In questa logica di sviluppo, al tema del corretto utilizzo delle aree, si affianca quello non meno importante delle risorse umane che, lungi dall’ essere “contese” fra le varie aziende, dovrebbero essere attratte e formate in una logica di sistema che tenga conto degli effettivi fabbisogni in termini di numeri, qualifiche e professionalità.
Si dice che lo sviluppo economico della Provincia non sia stato accompagnato da un’adeguata infrastrutturazione. È così?
"Serve ovviamente una cornice infrastrutturale che migliori l’efficienza interna del territorio e lo connetta in maniera efficace con i mercati di approvvigionamento e di sbocco. Obiettivo, questo, che deve essere perseguito non solo puntando sulle grandi opere e sullo sviluppo portuale, ma anche sullo sviluppo della mobilità stradale, attualmente dipendente da pochi assi viari strategici, ad esempio bretella La Spezia-Santo Stefano Magra e purtroppo incompleta in una delle sue dorsali principali, la variante Aurelia".
La soluzione?
"Per raggiungere questi obiettivi è necessario un dialogo costante fra associazioni imprenditoriali ed istituzioni, locali e nazionali, affinché vengano elaborati dalle prime scenari e progetti che le seconde si incarichino di recepire e mettere in atto, garantendone attuazione, compatibilità e sostenibilità. Proprio dal mondo dell’impresa, che per sua natura guarda al futuro, deve infatti giungere lo stimolo principale a superare la tradizionale logica di breve periodo per affrontare, in stretta sinergia con la componente imprenditoriale, le sfide di medio lungo termine nei confronti delle quali si misura la capacità di proseguire e consolidare l’attuale momento di crescita".
Un esempio?
"Il modello di riferimento è il recente studio strategico sulle infrastrutture elaborato da Ance e Confindustria La Spezia e condiviso da tutti gli amministratori del territorio, modello che può essere declinato, mutatis mutandis, all’altrettanto importante tema delle aree, nell’intento di disegnare un affresco complessivo all’interno delle quali le aziende siano messe nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità propulsive, offrendo così il loro massimo contributo alla crescita organica della nostra provincia".