Lerici, in 35 nella spiaggia proibita dietro al castello: denunciati

Quasi la metà sono minorenni. Intervento congiunto di carabinieri, polizia locale e guardia costiera

Il castello di Lerici

Il castello di Lerici

Lerici (La Spezia), 24 luglio 2021 – Ben trentacinque persone sono state denunciate ieri... in spiaggia. Nonostante il pericolo sotto agli occhi di tutti ed il divieto palesemente indicato nell’Ordinanza Comunale n.1366 del 25.06.2020 e n.119 del 01.06.2021, nonché dell’Ordinanza n.72 del 04.05.2021 della Capitaneria di Porto di La Spezia, numerosissime persone continuano a fare il bagno e a stazionare su spiagge interdette e pericolose come la seconda e terza spiaggia di San Giorgio, dietro al castello di Lerici.

Per questo motivo, per salvaguardare la pubblica incolumità e far rispettare l’interdizione all’accesso ad arenili e tratti balneabili per il pericolo dei movimenti franosi, ieri pomeriggio i carabinieri della stazione di Lerici, personale della polizia locale e militari della guardia costiera sono intervenuti per una serie di controlli congiunti nelle spiagge interessate; la zona è un’area particolare, caratterizzata da condizioni di pericolosità a causa di cedimenti e frane, dato che la falesia presente potrebbe essere oggetto di distacco improvviso di massi di varie dimensioni.

Nel corso dell’intervento di ieri pomeriggio sono stati identificate in tutto 35 persone, 15 delle quali minorenni: per loro la giornata di mare si è conclusa con una denuncia alle competenti autorità giudiziarie per inosservanza del provvedimento dell’Autorità (art. 650 del codice penale).

“Il fenomeno della presenza di bagnanti che ignorano i divieti di accesso dovuti al rischio di frane – spiegano dai Carabinieri - è una situazione che si presenta ciclicamente ogni anno a Lerici, arginata dai controlli effettuati dalle forze dell’ordine. Nel corso dell’attuale stagione balneare le attività di controllo preventivo, per scongiurare disgrazie, continueranno senza sosta, nella speranza che il buon senso prevalga e non vengano più effettuati accessi nelle zone interdette”.