
L’emergenza nel Mar Rosso. Dalla Base navale spezzina la risposta ai miliziani Houthi. Pronte Fremm e lanciamissili
È ormeggiata al Molo Fornelli da due giorni. Alle banchine di Lsct, Thalassa Avra, portacontainer battente bandiera di Singapore, era attesa almeno da qualche settimana, se non fosse che la minaccia degli Houthi in Mar Rosso ha ’convinto’ l’armatore a girare al largo del canale di Suez, circumnavigando l’Africa. Partita il 7 dicembre dalla Cina, è attraccata lunedì nel porto spezzino. È questa, senza ombra di dubbio, la fotografia esatta di un problema che attanaglia tutti i porti italiani e che ha spinto il governo italiano ad aderire all’Operazione Aspis, la risposta militare che l’Unione Europea si appresta a mettere in campo per difendere i propri interessi commerciali lungo la tratta più breve che unisce l’estremo Oriente ai porti europei. L’operazione, già approvata dai ministri degli Esteri dei Paesi dell’Ue, sarà ratificata a fine mese e dovrebbe essere messa in campo per la prima metà di febbraio, con le navi da guerra pronte a pattugliare l’imboccatura meridionale del Mar Rosso, un’area compresa tra il golfo di Aden e lo stretto di Bab el Mandeb per proteggere le portacontainer dai missili e dai droni delle milizie Houthi. E una risposta ai problemi del porto spezzino e non solo, che potrebbe arrivare proprio dalla Spezia. Qui, nella Base navale della Marina militare, sono ormeggiate le unità navali che, per duttilità e finalità, sono di fatto le maggiori indiziate a partire per il Mar Rosso. I dettagli sul contributo dei singoli Paesi alla nuova missione europea verranno definiti a fine mese a Bruxelles. Voci insistenti danno per imminente la partenza del cacciatorpediniere lanciamissili Caio Duilio. Nave, questa, attrezzata per contrastare la minaccia dei missili e dei droni dei miliziani, e che a breve potrebbe mollare gli ormeggi per raggiungere il golfo di Aden, a poca distanza dall’area dove dall’8 febbraio ci sarà anche la Fremm Martinengo (allestita nello stabilimento fincantieri del Muggiano ma di stanza a Taranto), altra unità navale performante rispetto agli obiettivi della missione europea, e destinata ad assumere l’incarico di ammiraglia dell’operazione europea Atalanta che si sviluppa da anni nel Golfo di Aden e nell’Oceano Indiano per contrastare la pirateria somala. Nave Martinengo che peraltro già da qualche settimana ha sostituito Nave Fasan nell’ambito dell’attività nazionale di sorveglianza marittima nell’area del Mar Rosso: quest’ultima unità, di stanza alla Spezia, non è escluso possa fare ritorno nelle acque all’imbocco meridionale del canale di Suez, qualora il governo nell’ambito degli accordi Ue decidesse di implementare la propria presenza.
"Nel mar Rosso c’è già una missione Ue, si chiama Atalanta e sono impegnate in questa missione due fregate della Marina militare che hanno il compito di difendere con una difesa attiva i mercantili che passano nel sud del Mar Rosso. Siamo impegnati con gli altri paesi europei a costruire una nuova missione e ci saranno sicuramente delle navi militari italiane per tutelare i nostri mercantili” ha detto proprio ieri il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani". Intanto, dopo 194 giorni di attività operativa nel mar Baltico nell’ambito dell’operazione Nato ’Brilliant Shield’, mercoledì è rientrata nella Base navale spezzina la fregata Marceglia, concluso sei mesi di attività operativa nel Mar Baltico. Ennesima riprova di come la Base spezzina sia centrale nelle attività operative della Marina militare italiana.