
Le “voci” di piazza Brin. L’identità dell’Umbertino tra i ricordi e il presente
Tre appuntamenti per raccontare l’essenza di uno di posti più caratteristici e storici della città, da sempre luogo di esperimenti sociali: un’occasione per ripercorrere l’identità del quartiere Umbertino e del suo simbolo, cammino realizzato passando attraverso volti, ricordi e tesori, come le architetture di pregio che ne impreziosiscono il volto. Pro Spezia-Ciassa Brin, I ragazzi di piazza Brin e Obiettivo Spezia lanciano "Piazza Brin, voci di dentro", rassegna che ha ottenuto il patrocinio del Comune della Spezia e prenderà il via con il primo evento in programma sabato 25 alla Mediateca regionale "Sergio Fregoso". Qui, a partire dalle 18, sarà proiettato un video realizzato negli anni Ottanta e digitalizzato nei nostri giorni, che racconta la piazza in quel periodo con i suoi ritmi, i suoi frequentatori e abitanti: un mondo decisamente diverso da quello odierno. Quindi, si omaggerà il patrimonio artistico con l’intervento di Diego Savani, guida e autore di pubblicazioni, "Liberty nel quartiere Umbertino"; il programma continuerà con la proiezione dei videoracconti realizzati dall’associazione Obiettivo Spezia, in particolare quelli di Roberto Celi e Tiziana Pieri, che con Giancarlo Guani hanno curato la parte fotografica e audiovisiva. Una rassegna concentrata sulle immagini, che omaggerà anche il nostro mare, con i corti "Il canto del Golfo" e "Gente de Mae" e nel suo primo giorno sarà idealmente il prologo dell’appuntamento del 20 dicembre. In quella data, sarà inaugurata la mostra fotografica "Voci di Dentro", anch’essa ambientata nella Mediateca di via Firenze, a cura di Obiettivo Spezia, con le opere dello scultore Claudio Caporaso: tanti volti immortalati uno dietro l’altro, a costituire una vivida galleria umana. Completerà il calendario la presentazione del libro "Ombre del passato" di Paolo Gilli, a cura di Arianna Saccomani, in programma mercoledì 29 novembre.
La nostalgia per ciò che fu, lo sguardo sul presente: come muta l’identità locale e cosa, del rione che ha vissuto così tanti cambiamenti, è rimasto e cosa all’opposto si è trasformato? "Sapere da dove veniamo è essenziale per capire dove stiamo andando – spiegano i promotori –. Ecco, allora, che la piazza più bella della nostra città si presenta ancora una volta con il suo fascino e anche se per pochi attimi, apre le porte del suo mondo di voci, di poesia e di magia in una tavolozza di colori che ti entrano dentro". Intorno alla fontana del Basaldella, punto di riferimento per generazioni di spezzini e non, le mutazioni continuano a susseguirsi, ma quel baule pieno di ricordi conserva il suo prezioso contenuto, anche e soprattutto grazie a chi si spende per tramandarlo. E lo dimostra anche la cura con cui è stato prodotto il materiale promozionale: non un semplice annuncio, ma approfondimento fra storia, poesia, patrimonio e folklore locale.
Chiara Tenca