Le Rsa in crisi per la fuga degli infermieri

Oltre alle malattie, i trasferimenti all’Asl. La proposta di Falli: "Prestazioni aggiuntive nelle case di riposo dopo il lavoro in ospedale"

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Emorragia di infermieri nelle Rsa. E non solo per motivi di contagio da Covid-19 o malattia. C’è anche chi ha deciso di cogliere al volo l’opportunità delle assunzioni a termine da parte dell’Asl 5 e di altre aziende sanitaria sull’onda dell’emergenza coronavirus e dei bandi messi a punto dalle Ragioni per fronteggire la domanda negli ospedali. L’effetto indotto è quello dell’affanno nell’assistenza agli anziani ospiti delle Rsa sul piano delle terapie; un lavoro immane per le oss costrette anche a supplire, senza titolo ma mettendo a frutto l’esperienza, ai vuoti creatisi con malattie e fughe degli infermieri. "Nelle ultime settimane i responsabili di numerose strutture sanitarie convenzionate del nostro territorio hanno inviato più appelli al nostro Ordine professionale: chiedono infermieri, chiedono di diffondere le loro offerte di impiego per infermieri" conferma il presidente dell’all’ordine degli infermieri Francesco Falli.

Che fare e cosa non fare? "Abbiamo letto molte proposte e alcune sono piuttosto fantasiose, quando non pericolose, tipo permettere la assunzione ‘’in deroga’’ di professionisti stranieri senza iscrizioni agli albi professionali italiani: chi farà la verifica della conoscenza della lingua? Chi fa la verifica i titoli? Anche in emergenza non è giusto accettare una minore sicurezza nelle attività…negli ultimi anni, solo il nostro piccolo Ordine ha intercettato una decina di falsi infermieri, italiani e non". La proposta? "Permettere agli infermieri delle Asl di effettuare servizio anche nelle strutture private convenzionate, come prestazioni aggiuntive, oltre l’orario di lavoro istituzionale. La cosa, trattata evidentemente in protocolli d’intesa che includano le organizzazioni sindacali e riservati alle situazioni di grave emergenza, dovrebbe coinvolgere solo chi ne fa richiesta, e lasciando naturalmente come prioritario il servizio per la propria Asl; una ipotesi che non deve imporre nulla a nessuno e certamente con il giusto riconoscimento per una attività professionale strategica, che permetterebbe di mantenere gli ospiti al loro posto, anche per non sovraccaricare le degenze della stessa Asl".

"Ottima proposta quella di Francesco Falli; speriamo sia recepita" dice Roberto Mascolo, presidente provinciale di Anaste, Associazione nazionale strutture terza età. Ieri, inanto, i nuovi positivi alla Spezia sono stati 54. Calano i ricoveri: meno cinque (il totale è di 110). Due gli anziani deceduti, di 90 e 92 anni. Il presidente della Regione Giovanni Toti vede rosa: "Ancora una volta la liguria sta marciando nella direzione giusta per sconfiggere il Covid e avviarci verso un Natale più sereno, magari anche con regole un poco diverse, come io spero possa accadere, almeno nelle regioni, come la nostra, dove i numeri lo consentono". La liguria è seconda regione del Paese per indice di contagio, con un Rt a 0,68".

Corrado Ricci