
Autoscuola Spezzina
di Marco Magi
LA SPEZIA
Completamente dimenticato, senza alcuna prescrizione definita per riaprire veramente. È il mondo delle autoscuole, bloccato dall’8 marzo perché fermi sono gli esami per la patente di guida e seppur ufficiosamente aperto al pubblico dal 4 maggio, senza la possibilità di erogare i servizi al cittadino. E intanto affitti, utenze, bolli, assicurazioni, tutte le spese corrono. "Il Governo ci ha dato la possibilità di aprire – attacca Oriano Caruso dell’Autoscuola spezzina – ma se non possiamo svolgere l’attività di preparazione agli esami, è praticamente inutile. Fin dall’inizio del lockdown la Motorizzazione ha chiuso gli sportelli, lasciando soltanto il servizio per duplicati patenti e conversione estere. Se teniamo conto di 400 esami circa in totale al mese in provincia, ormai saremo a 1.200 e continueranno ad accumularsi. Non so come si potrà risolvere, anche nel momento della riapertura generale". Caruso, che con l’autoscuola di famiglia festeggerà 55 anni di attività il 29 maggio, ha sollecitato le istituzioni. "Mi sono permesso di scrivere una mail al presidente della Regione Giovanni Toti, per cercare di stimolarlo sul tema. So che in Veneto ad esempio, sono ripartiti, perché da noi ancora no? Già da questa settimana possiamo operare con i rinnovi delle patenti normali (per quelle scadute al 31 gennaio non era possibile, per quelle con data successiva c’è il posticipo fino al 31 agosto disposto dal dpcm statale, ndr), però il grosso del lavoro sono le lezioni di teoria e di guida, ma chi mai verrebbe a prenotarle senza sapere una data certa per svolgere l’esame? Intanto abbiamo cominciato con le visite mediche, poi vedremo cosa accadrà la prossima settimana. Senza considerare che con l’ultimo decreto, che ci ha completamente ignorati, sono state definite delle norme per la ripartenza della Motorizzazione: termoscanner, tornelli, riconoscimento facciale, software da remoto e videocamere. E purtroppo, per adeguarsi, credo che ci vorranno minimo due mesi".
Andrea Capellari , mentre lo intervistiamo, viene contattato da due persone anziane che devono rinnovare la patente. Anche lui, come gli altri, sta già pensando come fare per riorganizzare la sala per la didattica nella sua autoscuola omonima. "Per avere più spazio potrei togliere i mobili – afferma il titolare dell’attività aperta nel 1962 (in quella nuova sede dal 1999) – lasciando solo il tabellone d’insegnamento e garantendo un maggior distanziamento tra gli allievi. Vogliamo ripartire ma esigiamo risposte adeguate, perché senza lezioni e senza esami siamo operativi all’1 per cento". E anche Alberto Sassi , con la sua autoscuola aperta nel 1968, è pronto e allo stesso tempo preoccupato: "Non capisco perché possano aprire e ci siano tutte le linee guida per altre categorie e non per la nostra. Ho già ragionato su come riorganizzare gli spazi, ma rimango stupito che dalle istituzioni non si adoperino".
Sulla stessa linea anche Federica Moscatelli e Giorgio Dal Cielo dell’Autoscuola Federica e Enio Bigiolli della Nuova Guida. Infine, Selvaggio Ranieri dell’autoscuola Toni a Sarz ana, nata nel 1946: "Siamo disposti a partire rispettando ogni disposizione, quando queste verranno delineate. Non abbiamo incassi, vorremmo un aiuto vero, non i 600 euro del Governo in tre mesi. Ho quattro dipendenti in cassa integrazione, che hanno ricevuto ora la mensilità di marzo: mi sono messo la mano sul cuore e a due di loro ho personalmente anticipato i soldi per vivere".