È la prima operazione legata alle truffe connesse coi bonus per la ristrutturazione edilizia, e la sensazione è che possa essere solo l’inizio. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno effettuato un sequestro di oltre 830mila euro ai danni di un impresario edile di 55 anni, indagato per truffa agtravata continuata. Nel mirino, diversi lavori fantasma di riqualificazione edilizia che l’uomo con la sua azienda avrebbe dovuto realizzare in sei condomini, situati alla Spezia, ad Arcola e a Lerici, attraverso gli incentivi del ’Bonus facciate’, che prevedevano (all’epoca dei fatti contestati dalla Procura; ndr) una detrazione fiscale del 90%. Le indagini sono scattate a seguito della presentazione di alcune denunce da parte di persone residenti in palazzine che lamentavano il mancato avvio dei lavori alle facciate nonostante le pratiche per la cessione dei crediti all’imprenditore edile fossero state perfezionate già da tempo. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Antonio Patrono, hanno permesso di certificare che nel 2021 e nel 2022 l’imprenditore avrebbe indotto in errore lo Stato, stipulando i contratti per lavori di riqualificazione edilizia rientranti tra quelli per cui era previsto un credito fiscale, e accettando dai condomini come corrispettivo i relativi crediti per il recupero fiscale del costo dei lavori. Opere che, ovviamente, non hanno mai visto la luce. Non solo. Il 55enne avrebbe anche rivenduto parte di questi crediti, ricavandone oltre 176.000 euro. In uno specifico caso, poi, l’imprenditore avrebbe truffato gli inquilini di un condominio situato a Tellaro, poiché senza avere realmente la possibilità e la volontà di eseguire i lavori, riusciva a stipulare un contratto con conseguente cessione del relativo credito per un importo superiore a 40mila euro, ricevendo anche un acconto di oltre 4mila euro. Nei giorni scorsi, il gip Mario De Bellis ha firmato il decreto di sequestro preventivo, attuato dai finanzieri. Sotto sigilli, grazie anche alla collaborazione dell’Agenzia delle Entrate, sono finiti oltre 650.000 euro di crediti d’imposta; analoga sorte per 180mila euro ricavati dall’imprenditore attraverso la vendita dei crediti fiscali. Le indagini tuttavia proseguono, non solo sul caso specifico – con supplementi di indagine che toccherebbero anche altre province italiane – ma anche su altre situazioni che sarebbero emerse recentemente nello Spezzino.
Matteo Marcello