"La Superlega? Un duro colpo al nostro calcio"

I tifosi dello Spezia bocciano la nuova competizione "Creata da alcune ‘grandi’ solo per fare business"

Migration

di Fabio Bernardini

"Superlega? Siamo assolutamente contrari, va contro i principi dello sport". I tifosi aquilotti si schierano compatti contro la decisione presa da 12 grandi società europee (tra cui Inter, Milan e Juve) di fondare una nuova competizione calcistica. I supporter di un club piccolo ma blasonato qual è lo Spezia, vincitore nel 1944 di uno storico scudetto, sposano in toto le motivazioni espresse dalla Fifa in merito alla Superlega: "Ogni competizione, nazionale, regionale o globale, deve sempre riflettere i principi chiave di solidarietà, inclusività, integrità e equa ridistribuzione finanziaria". Ancor di più l’assunto riportato dal comunicato congiunto delle Leghe e Federazioni viene ripreso, dai tifosi, come perno della protesta: "Il calcio si basa su competizioni aperte e sul merito sportivo". La Superlega è, dunque, vista come una competizione elitaria che non premia i meriti sportivi, "una sorta di impedimento ai sogni, perché il calcio è di tutti e a volte capita che Davide possa battere Golia. Così non sarà più possibile". "La Superlega – dice Riccardo Pelosi – va contro le regole base dello sport che implicano la possibilità a tutti di partecipare a una competizione sportiva per meriti acquisiti. Il calcio non può essere elitario, si sta andando davvero oltre, in un momento in cui sarebbe necessario stare uniti. Una bruttissima pagina per il calcio, un progetto che penso faticherà a tradursi concretamente perché questi 12 club hanno tutti contro". Gli fa eco Glauco Bologna: "La Superlega va contro tutti i principi dello sport ed è solo a favore del consumismo televisivo, questi club hanno pensato solo ai loro interessi. Mi auguro veramente che tutte le Leghe europee e la Fifa riescano a contrastare questa situazione, fino ad arrivare in casi estremi alla esclusione da tutti i campionati di questi club. Voglio proprio vedere fino a che punto i loro tifosi li seguiranno".

"Si tratta di un atto elitario – ribadisce Andrea Babbini - che cancella decenni di storia di campionati nazionali e europei. Sono contrario, fa molto bene la Lega di Serie A ad ostacolare un progetto che avrebbe anche conseguenze negative sul piano economico, alla luce degli ipotizzabili minori introiti televisivi. I tifosi devono essere rispettati, sono d’accordo con pareri illustri che si stanno schierando contro la Superlega". Dello stesso avviso Umberto Sciumbata: "Comanda il denaro e ciò non mi piace perché il calcio deve includere e non escludere. Il merito dov’è? E uno sport senza meriti cos’è? Tra l’altro questi club vogliono anche partecipare ai campionati nazionali, con un divario che sarebbe incrementato perché gli stessi beneficerebbero di introiti ulteriormente maggiori. Il calcio è della gente, è uno sport popolare, non può essere elitario. Per fare un esempio, squadre come Sassuolo o Atalanta sarebbero tagliate fuori dai grandi obiettivi e non per demeriti". Guarda agli sviluppi negativi Giorgio Ianello: "Immaginarsi un campionato senza le storiche e blasonate società italiane è assurdo, anche perché le società provinciali come lo Spezia vivono per incontrare le big. Pensiamo, per esempio, alla risonanza legata alla vittoria dei bianchi contro il Milan. Da quanto poi si apprende, i giocatori delle società che aderiscono a questo gruppo non verrebbero più chiamati in nazionale". Chiude Giuseppe Spalenza, ex ad dello Spezia: "Credo sia una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Vorrei poi capire come farebbero ad inserire questa nuova manifestazione nel contesto attuale. Come sempre si pensa al business".