REDAZIONE LA SPEZIA

La rivalsa dell’ufficiale mancato. Bocciatura illegittima, chiede i danni

Vuole essere liquidato per l’ammontare degli stipendi non percepiti

CR125A__WEB

La Spezia, 3 febbraio 2014 - IL SUO SOGNO, nel 1998, era quello di indossare la divisa, di diventare ufficiale della Marina Militare. Un desiderio troncato sul nascere dall’altolà posto dalla commissione del concorso per titoli ed esami per l’accesso all’Accademia Navale di Livorno, per la nomina, quell’anno, di tre guardiamarina. Un altolà, però, illegittimo, come ha sentenziato recentemente il Tribunale amministrativo del Lazio, che ha annullato l’atto col quale l’aspirante ufficiale era stato il escluso dalla promozione. La commissione commise un errore: non prese in comsiderazione un «titolo» che l’avrebbe portato al secondo posto in graduatoria, con coronamento del sogno professionale. Ora, a 16 anni dal siluramento, W. G., spezzino, 42 anni, chiede il risarcimento dei danni patiti per effetto dell’esclusione dalla carriera militare. Cioè a dire il riconoscimento di quello che sarebbe stato a quest’età se fosse entrato in Accademia - un capitano di corvetta – e un ristoro economico pari alla somma degli stipendi non percepiti dedotti quelli invece incamerati nell’ambito della Pubblica amministrazione, nella quale è comunque entrato qualche anno fa, in seguito al superamento di un concorso per le assunzioni di impiegati nel Ministero delle Finanza. In questi termini è articolata l’istanza depositata nei giorni scorsi al Tar del Lazio per incardinare il cosiddetto «giudizio di ottemperanza», dove l’atto da ottemperare è la sentenza con la quale i giudici amministrativi, un anno fa, avevano annullato gli atti che portarono alla sua esclusione dal concorso. E’ l’avvocato Piergiorgio Leoni ad assisterlo, sulla scia del primo successo centrato dai colleghi Pietro Rosso e Marco Giannini nel giudizio di merito nella causa contro il Ministero della Difesa. Questo ha proposto all’ufficiale di entrare in Marina e di iniziare la carriera là da dove la stessa era stata troncata, in maniera illegittima . «Ma ciò - spiega l’avvocato Leoni - sarebbe un’altra beffa: sono passati 16 anni dalla clamorosa inadempienza valutativa, in sede di concorso, che ha tarpato le ali ai suoi progetti, alle sue aspettative professionali, esistenziali, causando un danno enorme, in essere e in divenire. Non dimentichiamoci, ad esempio, gli effetti della carriera militare sul piano pensionistico. Teoricamente il mio assistito può pretendere di essere arruolato col grado che avrebbe maturato a quest’età, considerato il riconoscimento postumo del superamento del concorso».

Dal niente a capitano di corvetta?

«Sì. E se ciò non può essere dal punto di vista operativo, di certo capitano di corvetta deve essere considerato sul piano del conteggio di quanto gli è dovuto sul piano economico, per la ricostituzione della carriera. E quello che chiediamo al Tar del Lazio».

Conteggio sommario?

«Siamo sull’ordine del mezzo milione di euro»

Corrado Ricci