"La musica è la lingua della pace E certe decisioni creano tensione"

L’associazione culturale Russkaya Idea contesta l’annullamento del concerto della pianista Lisitsa "Doveva solo suonare, non tenere un comizio politico. Così si allontanano le comunità russe e ucraine".

C’è rimasto male. E con lui tutti i componenti dell’associazione che da anni porta avanti con impegno la cultura russa in varie iniziative sul territorio. Anche a Lerici, lo stesso Comune che ha annullato il concerto della pianista ucraina Valentina Lisitsa accusata di essere ’pro Putin’. Presa carta e penna il presidente dell’associazione spezzina ’Russkaya Idea’ Angelo Sinisi ha scritto una lettera aperta "con amicizia" al sindaco di Lerici Leonardo Paoletti, partendo da un concetto fondamentale: "la musica è la lingua universale di pace come lo è l’arte in generale". Sinisi esprime rammarico per la decisione di cancellare il concerto della pianista ucraina che si doveva svolgere a Lerici a luglio. "Dico ’con rammarico’ per le motivazioni che le hanno portato a prendere questa decisione. Non mi risulta che Lisitsa dovesse tenere un comizio politico ma un concerto musicale, che è la lingua universale di pace come lo è l’arte in generale". Giunta di Lerici e Russkaya Idea hanno tra l’altro collaborato nel gennaio del 2020 "per organizzare il consiglio comunale dedicato al Giorno della memoria – prosegue Sinisi – dove ci siamo impegnati per garantire la presenza del Consolato russo di Genova ed un addetto militare dell’Ambasciata russa di Roma per ricordare le atrocità del nazismo in Europa (che sembra stia tornando) e ricordare la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dei russi. Sapere quindi della decisione di cancellare un innocente concerto fa molto male ad ogni sforzo di ottenimento della pace e di una pacificazione che sarà lunga e difficile in ogni caso ma alla cultura in generale".

Sinisi sottolinea come "non è questo il comunicato per dibattere sulle cause o le ragioni di una guerra. Bisognerebbe dedicare una pagina intera ed un lungo dibattito per questo tema". Piuttosto, punta il dito sui possibili risvolti sociali che certe prese di posizioni possono avere. "Certe decisioni – dice Sinisi, non senza preoccupazione – non aiutano alla convivenza tra le comunità russe ed ucraine presenti sul nostro territorio, dove fortunatamente non si sono registrate problemi di convivenza ma che certe decisioni come la sua potrebbero creare". Da qui l’appello a Paoletti a tornare sui suoi passi. "Io l’ho conosciuto come un uomo ragionevole e di pace quel giorno di gennaio 2020 a Lerici. Ed è a quel uomo che Io mi appello per rivedere la sua posizione e di ripristinare il concerto come programmato. Non ci sarebbe nulla di male a fare un passo indietro ed anzi, le farebbe molto onore andare controcorrente in questo momento dove abbiamo bisogno più che mai di dialogo e non di divisioni".