MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

“La lenta agonia di mio padre”, muore dopo ricoveri e dimissioni. Il dolore e lo sfogo della famiglia

Il pensionato si è spento a causa di un sarcoma ma la sua permanenza in ospedale è stata travagliata.“Nessuno lo riporterà tra noi ma occorre dare una svolta alla sanità per evitare sofferenze agli altri”

L’esterno dell’ospedale Sant’Andrea dove si è spento il pensionato

L’esterno dell’ospedale Sant’Andrea dove si è spento il pensionato

La Spezia, 5 giugno 2025 – Quattro mesi di agonia e sofferenza, trascorsi tra vari reparti dell’ospedale, dimissioni e lunghe code al pronto soccorso. La malattia scoperta a gennaio lasciava ben poche speranza all’anziano di 87 anni ma il decesso, avvenuto il 16 maggio, ha lasciato nei famigliari oltre al dolore della perdita le dinamiche del percorso e le tante difficoltà incontrate. Ottaviano Lepri, spezzino di 87 anni, ex brigadiere della polizia locale spezzina si è spento nel reparto di otorinolaringoiatria del Sant’Andrea utilizzato in appoggio a quello di chirurgia.

“Non c’erano posti – spiega il figlio Davide Lepri – e si è così conclusa una travagliata vicenda che mio padre ha accettato con l’educazione e il sorriso di chi non ha mai voluto lamentarsi. Nella mia professione sono un soccorritore quindi conosco bene tutte le dinamiche ma spesso l’ascolto non è sufficiente per far comprendere la realtà”. All’anziano era stato diagnosticato a gennaio un sarcoma e quando la situazione lo ha reso indispensabile si è rivolto alle cure ospedaliere.

“E’ stato ricoverato più volte nell’arco di tre mesi in vari reparti, non per necessità cliniche, ma per la cronica mancanza di posti letto nel reparto di oncologia. Ad aggravare tutto questo, tra un trasferimento e l’altro non c’è mai stata comunicazione tra i reparti: ogni volta si ripartiva da zero, come se il suo calvario fosse una storia appena cominciata e dopo qualche giorno, per liberare i posti, veniva dimesso senza verificare l’efficacia della cura”. Per un breve periodo è stato trasferito alla struttura Alma Mater in attesa del ricovero all’Hospice del San Bartolomeo di Sarzana.

“Dopo enorme sofferenza è morto nel reparto di otorinolaringoiatria in appoggio a chirurgia anche questa volta per mancanza di posto letto. Una situazione che ha lasciato in noi famigliari e la moglie un senso di impotenza e rabbia”.

Nessun appunto sul comportamento a infermieri, Oss e alcuni medici. “Hanno dimostrato umanità e professionalità. Purtroppo è il sistema sanitario che si è rivelato inadeguato. Mancano posti letto, medici, strumenti per rispondere in modo tempestivo e dignitoso alla sofferenza. Il pronto soccorso è spesso al collasso, con tempi di attesa lunghissimi e anche le cure palliative che dovrebbero garantire un accompagnamento umano nella fase terminale. Uno sfogo che devo a mio padre e al suo rispetto per le istituzioni ma che sia di monito per il futuro”.