Interrogatorio Toti: finanziamenti Spinelli, favore per Cavo? Procura delusa, difesa parla di interesse pubblico

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha affrontato un lungo interrogatorio riguardo ai finanziamenti ricevuti da Spinelli e ai voti chiesti ai fratelli Testa. Toti ha sostenuto che le richieste erano per interessi pubblici, ma la procura non ha riscontrato apporti investigativi significativi.

I finanziamenti da Spinelli ricevuti "dal 2015", i voti dei riesini chiesti ai fratelli Testa "per Ilaria Cavo, ma non in cambio di posti di lavoro". I favori fatti in porto? Al massimo "captatio benevolentiae". E poi 34 "non ricordo" e "non so", in occasione di date particolari o incontri non proprio istituzionali. Le otto ore di interrogatorio affrontate dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, sono state sintetizzate in un verbale di 27 pagine. Toti ha risposto a 167 domande dei pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Pagine in cui non smentisce di avere preso i finanziamenti ma dà una lettura "politica": erano solo interessi pubblici. "Con l’interrogatorio il presidente Toti ha spiegato quale sia stato il suo comportamento rispetto ai finanziamenti che sono avvenuti, con la scrupolosa osservanza delle normative che lo regolamentano – ha detto l’avvocato Stefano Savi –. Ha chiarito il significato delle richieste di finanziamenti a sovventori abituali, che non erano collegate ad alcun tipo di favore e fatte in modo esplicito e diretto proprio nella convinzione di avere impostato i suoi interventi verso l’interesse pubblico". Per la richiesta di revoca della misura cautelare, però, "è ancora presto – dice il legale – le cose vanno fatte con calma". Lettura ben diversa, invece, arriva dalla procura dove fonti qualificate sottolineano come l’interrogatorio non avrebbe portato "alcun apporto investigativo".