REDAZIONE LA SPEZIA

"Insegno ai ragazzi l’amore per gli scacchi"

La campionessa Rita Gramignani ha sviluppato un nuovo metodo per avvicinare i baby allievi del suo ultimo corso a questa disciplina

Gli scacchi: per lei, una passione di vita, da coltivare e trasmettere. Rita Gramignani è una leggenda vivente di questo mondo, antesignana capace di abbattere consuetudini radicate e di farsi largo in un mondo al maschile, pluricampionessa italiana, olimpionica, insignita del titolo di Maestro, cervello fiammante con un qi di 143, ha continuato ad insegnare ai giovanissimi allievi della Casa degli Scacchi di Ponzano Magra anche durante il periodo della pandemia. Andando oltre la distanza creata dalle tecnologie digitali, elaborando un nuovo ed innovativo metodo, miscelato con la passione che ha saputo trasmettere.

Dopo la consegna, avvenuta nei giorni scorsi alla presenza del sindaco di Santo Stefano Magra Paola Sisti, del diploma di ’Maestro di circolo casa degli scacchi’ agli 11 allievi tra i cinque e i tredici anni di età che ha seguito in questo anno di corso, racconta questa esperienza.

Come ha portato avanti le lezioni?

"Abbiamo iniziato utilizzando la piattaforma Meet, ma dopo le prime due mi sono accorta che i ragazzi seguivano svogliatamente: cali di attenzioni, sbadigli e defezioni mi hanno indotta a pensare ad un nuovo metodo".

A cosa si è ispirata?

"L’idea è arrivata dal libro "Searching for Bobby Fischer", dedicato allo scacchista che nel ’72 era definito l’uomo più famoso del mondo dopo Gesù. Il circolo in cui si era formato negli Stati Uniti dava un diploma ai ragazzi più meritevoli: sono creativa e ho deciso di motivare i ragazzi incentivando la premialità e di cambiare la didattica rendendola più innovativa e sperimentale: lavoro rafforzando le linee K della memoria con esercizi di visualizzazione e rappresentazione. Mettevo i ragazzi di fronte alla scacchiera a studiare una posizione in un range di tempo da 4 a 7 minuti. Toglievo i pezzi a tempo scaduti e loro dovevano rimetterla su. Poi siamo passati all’analisi in tronconi, scartando quelle che non portano alla vittoria senza mai trascurare la parte pedagogica".

Ha pagato subito?

"Dopo sole due lezioni avevano imparato a memoria l’annotazione algebrica tanto ostica in presenza, hanno continuato ad esser presenti e concentrati, felici di fare gli esercizi più impegnativi. A fine lezione davo punteggi che ognuno appuntava nel quaderno e tutti sapevano: questo motivava ulteriormente i ragazzi, che spintonavano per dare una risposta".

Chi sono i suoi allievi?

"Studenti dai 6 ai 13 anni da Santo Stefano, Castelnuovo e anche da Massa. Non ho voluto più di dieci persone e le ho divise in due, assicurando recuperi a chi li chiedeva. La consegna dei diplomi, con la lettura di tesina finale alla presenza del sindaco Sisti e del presidente della Società degli Scacchi Gianni Spinetta è stata una festa. Insegno da quando avevo 20 anni e di notte stavo sveglia a studiare sulle enciclopedia. Io m’impegno tanto per loro, alla fine mi considerano come una parente".

Intanto, lei continuerà la sua storia d’amore con gli scacchi.

"Ho saputo che mi sarà intitolata l’aula dedicata a questa disciplina nella scuola della Madonnetta: non può che farmi piacere e per questo ringrazio il sindaco. Per quanto mi riguarda, continuo a far riferimento alla famosa frase di Oscar Wilde: "Gli scacchi prima si comprendono e poi si studiano". Un vero viatico per me".

Chiara Tenca