REDAZIONE LA SPEZIA

Inchiesta Marina, "siamo disponibili a indagare"

I risvolti spezzini della maxi inchiesta

Il procuratore Antonio Patrono

La Spezia, 21 aprile 2016 – Il rincorrersi delle notizie sull’inchiesta della Procura di Potenza e sulla possibile articolazione dei temi di indagine in relazione al principio della competenza territoriale è seguito con particolare attenzione anche dalla Procura della Repubblica della Spezia. Non solo una questione di curiosità ma di disponibilità. Quella espressa dal neoprocuratore della Repubblica Antonio Patrono (si è insediato il 2 marzo scorso) ai colleghi della magistratura inquirente della città-capoluogo della Basilicata, ma anche a quelli di Roma, a sviluppare accertamenti su eventuali indizi di reato destinati a dare luogo a procedimenti in ambito locale, in ossequio, appunto al principio della competenza territoriale.

Sono due, infatti, le lettere da lui vergate e inviate agli ‘omologhi’ della Procure di Potenza e Roma - Luigi Gay e Giuseppe Pignatone - sull’onda del summit che questi ultimi hanno avuto nei giorni scorsi proprio per affrontare il tema dell’eventuale trasmissione di atti a Roma o ad altre procure.

La lettera, trapela dal riserbo, ha avuto riscontro, nel senso della presa d’atto da parte dei destinatari. Insomma la risposta, all’insegna del protocollo istituzionale, c’è stata, da parte di entrambi i procuratori, di Potenza e di Roma che una settimana fa, nella capitale, avevano avuto in primo momento di confronto. Da esso era trapelato che all’orizzonte non ci fossero svolte imminenti. Tanto ancora il materiale da vagliare e valorizzare per trarre spunti investigativi collaterali a quelli che emersi nell’ambito del filone cardine di Tempa Rossa.

Come leggere, intanto, il fatto che, senza porsi in stato di attesa ma assumendo un’iniziativa, la procura spezzina abbia inteso palesare formalmente la disponibilità ad indagare?

Di sicuro la mossa è indicativa dello stile del nuovo procuratore, di un approccio propulsivo, teso alla sinergia e all’ottimizzazione degli sforzi investigativi, là dove ne esistono i presupposti indotti dalle notitie criminis che si inanellano in corso d’opera, inaspettatamente o per effetto conseguenziale.

Questione, forse, di trascorsi alla Procura nazionale antimafia nella consapevolezza che i successi investigativi centrati nel corso megli ultimi anni dalla magistratura competente per tipologia di reati è figlia del coordinamento e del lavoro di squadra, nel solco dell’obbligatorietà dell’azione penale.

Corrado Ricci