In soccorso degli Indiana Jones Raccolta fondi per le spese legali

Appello in rete dei due urbex che, con spirito di ricerca, violarono l’off limits ai bunker dell’Acquasanta. Furono denunciati con l’accusa di spionaggio se la cavarono con una multa. Ora rilanciano le esplorazioni

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Non sono dei terroristi, nemmeno degli 007 a caccia di segreti militari; più si adatta al loro agire la definizione di ’Indiana Jones’: hanno il culto dell’archeologia industriale e, in particolare, delle ricerche sui retaggi della guerra fredda e quindi sui siti in cui essa fu praticata, in gran segreto. Le stesse conclusioni del procedimento penale che li ha visti protagonisti ha drasticamente ridotto la portata dell’accusa. Tutto risolto con un’oblazione pari a 254 euro in luogo della condanna detentiva a cui Frank Brodala e Bob Thissen - il primo belga, il secondo olandese di 39 e 37 anni – erano esposti a fronte dell’imputazione iniziale che configurava l’astratta messa a repentaglio della sicurezza nazionale in relazione all’incursione fuorilegge: aver violato il divieto di accesso ai bunker off limits dell’Acquasanta e aver diffuso su YouTube il video girato sul campo che mostra cosa c’è ancora nel ventre della montagna, cioè a dire l’eredità della guerra fredda, un’imponente testimonianza dell’ingegno e dell’adoperarsi dei vecchi arsenalotti per garantire la funzionalità dello stabilimento in caso di attacchi. Ben 215.445 le visualizzazioni del report filmato che è ancora ancora in rete. E’ lo stesso che ora accompagna l’altra mossa dei ’rei’: una raccolta fondi, promossa sulla piattaforma Internet "gonfundme.com" per pagare le spese per l’assistenza legale sostenute e per finanziare altre esplorazioni mosse dallo spirito della ricerca. Risultato allo stato dell’appello: 1.050 euro incassati, con contribuzioni da varie parti d’Europa accompagnate dall’incoraggiamento ad andare avanti con rilievi e report.

Brodala e Thissen erano stati rinviati a giudizio per introduzione clandestina in luoghi militari e possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio (torce e telecamere). Ciò avvenne all’esito dell’inchiesta dei Carabinieri innescata dalla denuncia di Marina Nord dopo la scoperta del video su YouTube: seguendo le tracce lasciate in rete, i militari dell’Arma identificarono i due autori del video-autogol. Per quell’incriminazione hanno rischiato una pena da uno a cinque anni di carcere.

Gli avvocati difensori Davide Bonanni e Tiziano Alessi, argomentando con procuratore Antonio Patrono sulle finalità dell’azione contestata, erano riusciti a centrare la svolta della derubricazione del reato. Disco verde all’applicazione dell’articolo 682 del codice penale che sanziona il divieto di accesso ai siti militari e che, per fatti lievi, permette di chiudere i conti attraverso l’oblazione.

Ora l’appello degli urbex a sostenere spese legali e altre esplorazioni. Si è così riacceso l’interesse sulle gallerie dell’Acquasanta, nel frattempo teatro della bonifica dell’amianto disposta dalla Marina Militare dopo vari pressing, fra cui l’interpellanza parlamentare di Raffaella Paita nell’autunno 2020 su impulso dall’Associazione "Dalla parte dei forti"

Corrado Ricci