
Il silenzio dei fantasmi. Le toghe dicono basta al disagio dei detenuti. Lenzuola e fiori in aula
Sono fantasmi che si aggirano nelle carceri italiane, invisibili e trasparenti che fanno rumore soltanto quando cadono. In quel preciso istante in cui però è ormai troppo tardi e la loro vita si è spenta nel silenzio assordante di stanze malsane, reparti stracolmi, situazioni già ben oltre limite della sopportazione. Sono 54 le vittime già registrate nel tragico bollettino di radio-carcere Italia, le cui modulazioni di frequenza si dovrebbero ascoltare da ogni latitudine del Paese. Invece sul tavolo restano i nomi di detenuti che si sono tolti la vita insieme a quelli dei 6 agenti della polizia penitenziaria. Fantasmi. Per una mattinata hanno indossato i loro panni da invisibili anche gli avvocati della camera penale del Tribunale di Spezia che si sono ritrovati ieri mattina nell’aula "Vincenzo Faravino" per un flash mob silenzioso e toccante proprio perchè molto diretto e sentito. Messo in scena non certamente per fare colore ma possibilmente riuscire a far uscire dall’aula tanto rumore. E comunque dare impulso al movimento di protesta che proseguirà in tutta Italia anche oggi. Non sono servite tante parole ma è bastato sistemarsi di fronte alla cella, qualcuno lo ha provocatoriamente definito "gabbione" proprio a significare il termine meno collegabile a una vita umana, della Corte d’assise e calarsi sul volto un lenzuolo bianco.
Per poi rimanere silenziosi, come i fantasmi. Hanno voluto testimoniare in questo modo il dramma che si sta vivendo nelle carceri italiane, aggiungendo nuove cifre all’elenco nero che si rinnova e allunga ogni anno. Per fortuna, nonostante le grandi diffcoltà strutturali e di carenza di personale, nei numeri non ci sono casi spezzini. Anche se un detenuto poi suicida a Chiavari era transitato anche dal penitenziario di Villa Andreino. Gli avvocati penalisti spezzini nonostante lo sciopero si sono ritrovati dunque all’iniziativa che proseguirà poi a livello nazionale a Roma organizzata dalla camera penale presieduta da Fabio Sommovigo e dall’ordine degli avvocati presieduto da daniele Caprara. Due cartelli scritti a mano, un mazzo di rose rosse da dedicare idealmente alle vittime e 25 lenzuola bianche e candide che improvvisamente sono calate sui volti, per oscurarne la vista. i contorni, le forme e uniformare il quadro. Tutti uguali, nessuna differenza. Tutti fantasmi e quindi invisibili. "Fermare i suicidi in carcere. Non c’è più tempo" questo il titolo della manifestazione organizzata a livello nazionale per dare voce alle 54 persone che si sono tolte la vita. Stanche, sfinite, inascoltate nel loro dolore.
"Siamo qui per dare voce a tutti coloro che non possono parlare – hanno motivato le ragioni del sit in Fabio Sommovigo presidente della Camera penale spezzina r Daniele Caprara presidente dell’ordine – perchè lo Stato non sta risolvendo i problemi, non usa le mani per affrontare il dramma di questa situazione ma anzi alimenta il disagio e la difficoltà. Siamo arrivati al punto che sia l’indulto che l’amnistia sono diventati ormai necessari".l sovraffollamento è ormai divenuto una costante del sistema carcerario. Da anni registriamo il costante incremento della popolazione detenuta, nella totale assenza di interventi legislativi che affrontino in modo organico la questione. Volendo declinare in numeri il concetto, se i dati a disposizione sono corretti, oggi ci sono circa 10 mila detenuti in più rispetto alla capienza. Nella quotidianità ciò significa assenza di spazi vitali, inadeguatezza dei servizi, difficoltà a svolgere le più banali attività giornaliere. Una condizione che aumenta lo sconforto e il senso di abbandono, soprattutto durante i mesi estivi, più torridi.
Massimo Merluzzi