
di Franco Antola
"Un incubo. Ecco che cosa è diventato per noi autotrasportatori il raccordo autostradale. Ore sul camion per percorrere una manciata di chilometri da Santo Stefano alla Spezia e spesso costretti addirittura a dormire nel camion sulla Cisa per evitare sforamenti nelle ore giornaliere di guida rientrando a casa. Una situazione insostenibile, cui si aggiungo gli altri problemi della categoria, mezzi fermi perché non si trovano autisti sul mercato, difficoltà di accesso al porto, e via dicendo". Nicola Marinaccio, 55 anni, un’azienda di autotrasporto a Cavriago, nel Reggiano e una sede operativa anche alla Spezia, ha un diavolo per capello. Come centinaia di altri autisti è una delle ‘vittime’ dei lavori di ammodernamento in corso sulla Bretella Santo Stefano-La Spezia, dove gli operai stanno sostituendo le barriere spartitraffico e completando la sistemazione dell’impiantistica in galleria. Lavori programmati e indifferibili, certo, ma che stanno avendo un impatto terribile sul traffico, non solo quello commerciale.
‘In trappola’ restano infatti anche pendolari in auto o sul furgone, mezzi del trasporto pubblico, insomma quanti abbiano la sfortuna di dover passare da queste parti nell’orario ‘sbagliato’. "La mia azienda sta pagando un prezzo altissimo per questa situazione – denuncia Marinaccio, specializzato nel trasporto container e merce pericolosa –. Fra le 7 e le 8 del mattino è un inferno, in pratica i cantieri hanno spezzato i collegamenti fra Santo Stefano e Spezia, una tratta per noi diventata ancor più impegnativa da quando ci mandano a ritirare direttamente in porto i container vuoti. Una scelta che avrebbe senso in condizioni di viabilità normale, ma così… I nostri camion sono sulla strada ovunque, ma una situazione così non l’abbiamo mai trovata. Di questo passo si rischia di bloccare il sistema, come in Inghilterra". L’azienda di Marinaccio è molto conosciuta. A parte il trasporto container copre anche, col trasporto merci, la tratta Viareggio e Livorno ed è nota soprattutto per i suoi ‘bisonti’ che aprono la carovana del Giro d’Italia, come il camion – Coca Cola, che ospita anche la radio del Giro. Ci sono difficoltà anche con l’ingresso ai varchi portuali? "Quello sarebbe il meno, il problema, diventato ingestibile, è il tragitto fra Santo Stefano e Spezia, i nostri ragazzi sono costretti a trascorrere giornate intere sul camion, spesso non riescono neppure a tornare a casa in Emilia e dormono a metà strada. Inaudito, considerata la distanza che sulla carta è di pochi chilometri".