Il mito dell’Iliade non tramonta Ordinesparso riscrive l’epica con ’Habitat - Incertezza umana’

Stasera alle 21.15 in piazza Matteotti l’ultimo appuntamento della rassegna Sarzana Opera Festival. Lo spettacolo nasce dall’esperienza della residenza artistica di undici interpreti dentro lo Spazio Nin.

Il mito dell’Iliade non tramonta  Ordinesparso riscrive l’epica  con ’Habitat - Incertezza umana’
Il mito dell’Iliade non tramonta Ordinesparso riscrive l’epica con ’Habitat - Incertezza umana’

Questa sera, alle 21.15 in piazza Matteotti, si terrà l’ultimo appuntamento con il Sarzana Opera Festival. E per chiudere in bellezza la rassegna operistica arrivata alla sua ventitreesima edizione è stato scelto ’Habitat – incertezza umana’, la nuova reinterpretazione dell’Iliade della compagnia sarzanese Ordinesparso. Lo spettacolo che questa sera verrà presentato al pubblico in anteprima sarà a tutti gli effetti il prodotto di una residenza artistica, la residenza ’Habitat’, dove gli 11 attori in scena – con formazioni variegate alle spalle e provenienti da diverse parti d’Italia – si sono confrontati per dieci giorni allo Spazio Nin.

"Tutto nasce e muore – ha spiegato Giovanni Berretta, regista dello spettacolo e direttore della compagnia Ordinesparso – da questo semplice concetto parte il pensiero di raccontare la meravigliosa incertezza che la vita ci dona. Oscillare tra l’essere un dio e una persona: da qui la scelta di reinterpretare l’Iliade. In scena dovrà sentirsi tutto questo continuamente, ogni spettatore dovrà innamorarsi, gioire e piangere per ogni personaggio, dovrà identificarsi con uno di loro e vivere quel percorso con lui". In scena, insieme a Roberta Ricciardi, Sebastian Luque Herrera, Arianna Illari, Erika Russo, Alberto Pierazzini, Giacomo Toccaceli, Ilaria Marano, Silvia Girotti, Ludovica Fioravanti e Gabriele Silvi ci sarà anche Jonathan Lazzini, noto attore e autore locale che in "Habitat -incertezza umana" ha ricoperto anche il ruolo di co-regista. "Un grande funerale di intenzioni – ha aggiunto Jonathan Lazzini - potremmo identificare così, se ce ne fosse bisogno, l’ostinato movimento scenico che si respira, andando a scandagliare l’Iliade. Il senso che noi cercheremo di dare, è quello di un eterno ritorno all’errore, una caduta senza limiti che sbaraglia ogni preconcetto di bene e di male". "Nei poemi omerici non c’è spazio per l’evoluzione – ha concluso il drammaturgo Alessandro Beghini - ogni uomo nasce con un destino che non è possibile modificare ed il dramma è quello di dover scendere a patti con la propria immutabilità. Abbiamo tentato di riprodurre il dramma di ogni personaggio e allo stesso tempo di mantenere la coralità necessaria per restituire il perpetuo movimento della guerra presente nell’Iliade".

Elena Sacchelli