
Un gommone della Guardia Costiera. Nel riquadro Maurizio Zanello
Lerici (La Spezia), 13 luglio 2022 - E’ stata una sincope, indotta probabilmente da un’apnea prolungata, la causa della morte di Maurizio Zanello, il 27enne di Lerici che nel pomeriggio di lunedì si è immerso nelle acque fra le isole del Tino e del Tinetto, e non è più tornato in superficie. Il suo corpo senza vita è stato trovato solo in tarda serata, attorno alle 23, dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Genova, ad una profondità di diciotto metri. Nonostante il buio, gli esperti sommozzatori hanno voluto caparbiamente proseguire nelle ricerche, anche se le speranze di trovare l’apneista ancora in vita erano ridotte al lumicino.
E dopo aver rinvenuto un piombo, un segnale messo proprio da Maurizio, lo hanno trovato nelle vicinanze. Il corpo era in una posizione tipica di chi ha avuto una sincope, perdendo i sensi in risalita.
Maurizio Zanello era un apneista provetto, ma non ci sono altre cause per la sua morte: nessuna rete in cui si potesse essere impigliato il suo corpo, come qualcuno aveva ipotizzato. Per questo il pubblico ministero Maria Pia Simonetti, informata nel dettaglio già in serata dal comandante della capitaneria di porto Alessandro Ducci che ha coordinato le ricerche, non ha disposto alcuna autopsia e ha restituito il corpo ai familiari. Maurizio Zanello aveva trascorso la giornata in barca con la fidanzata e due amici.
Quella del pomeriggio non era la prima immersione che faceva, al mattino aveva aiutato alcuni diportisti a liberare le ancore incagliate. Attorno alle 16 ha deciso di tuffarsi ma non per pescare, voleva fare un ’giro’. Per questo ha indossato solo mezza muta e gli occhiali, con una cintura di piombo da cinque chili.
Il galleggiante di segnalazione era rimasto vicino alla barca, non collegato. Il medico legale ha fatto risalire la morte attorno alle 17. Probabilmente poco dopo che Maurizio era tornato in superficie per salutare la fidanzata. Il timore che fosse successo qualcosa, infatti, è scattato solo attorno alle 18.
La fidanzata e gli amici hanno iniziato a cercarlo da soli, ma non avendo avuto risposta alle 19,15 è scattato l’allarme alla capitaneria di porto. Immediatamente sono partiti tutti i mezzi possibili per cercarlo, la motovedetta della guardia costiera, la moto d’acqua dei vigili del fuoco,l’elicottero della Marina Militare alzatosi dalla base di Sarzana e quello dei vigili del fuoco partito da Genova. Ma di Maurizio nessuna traccia. Fino alla drammatica scoperta a sera ormai inoltrata.
Massimo Benedetti