Il cornista Martin Owen e l'Ort in concerto a La Spezia: emozioni e riflessioni sulla musica classica

Il cornista Martin Owen sarà protagonista dell'ultima tappa di 'Concerti a Teatro' a La Spezia, eseguendo brani di Dvorák, Weber e Strauss. Owen racconta le emozioni del programma e sottolinea l'importanza della flessibilità del corno. Apprezza l'Italia per il suo amore per la cultura musicale e ricorda con affetto la colonna sonora de 'Il Gladiatore'.

Il cornista Martin Owen sarà protagonista dell'ultima tappa di 'Concerti a Teatro' a La Spezia, eseguendo brani di Dvorák, Weber e Strauss. Owen racconta le emozioni del programma e sottolinea l'importanza della flessibilità del corno. Apprezza l'Italia per il suo amore per la cultura musicale e ricorda con affetto la colonna sonora de 'Il Gladiatore'.

Il noto cornista Martin Owen, diretto da Erina Yashima e con l’Ort – Orchestra della Toscana, sarà il protagonista dell’ultima tappa di ‘Concerti a Teatro’, la rassegna di musica classica, promossa e organizzata da Fondazione Carispezia. Sul palco del Teatro Civico, stasera dalle 21, verranno presentati la sinfonia n. 9 in Mi minore di Antonin Dvorák, opera 95 (meglio nota come ‘Dal Nuovo Mondo’), l’Ouverture Der Freischu¨tz (Il Franco Cacciatore) di Weber, e il secondo concerto per corno di Strauss.

Maestro, potrebbe spiegare al pubblico le emozioni del programma che eseguirà?

"Poiché questo concerto (Concerto n. 2 per corno e orchestra, ndr.) è stato scritto quasi 60 anni dopo che Strauss produsse il suo primo concerto per corno – spiega Owen – cerco di trasmettere il fatto che ha vissuto una lunga vita, e la musica mostra esperienza e ponderatezza, piuttosto che il vigore giovanile. È così complesso, soprattutto nel primo movimento, molte melodie si sovrappongono e sono molto romantiche. Il secondo movimento è uno dei più belli che Strauss abbia mai scritto, melodie slanciate tipiche degli ultimi lavori. L’ultimo movimento è un Rondò pieno di energia e di fuochi d’artificio!".

Direzione al maschile e direzione al femminile. Ha mai notato delle diversità?

"Non c’è differenza tra un direttore d’orchestra uomo o donna. In fondo, quando si trovano davanti all’orchestra, hanno lo stesso compito da svolgere. Penso che sia positivo che a un maggior numero di donne sia data la possibilità di dirigere grandi orchestre".

Uno strumento particolare il suo: perché questa scelta?

"Principalmente per la mia precoce esposizione alla musica classica: ricordo di aver ascoltato in macchina, quando avevo tre anni, le registrazioni di Prokofiev e persino di Stravinsky dei miei genitori. Era il bellissimo timbro caldo del corno che mi attraversava direttamente. Credo che il motivo per cui amo così tanto il corno, sia che può essere così flessibile: ha una gamma molto ampia, sia in termini di estensione del suono che di dinamica, e può ricreare praticamente ogni emozione che desideri".

Girando così tanto il mondo, in quali nazioni ha notato un maggior interesse per la cultura musicale?

"Non c’è posto come l’Italia quando si parla di cultura! Ogni volta che vengo in questo Paese, mi sento un musicista apprezzato, e si percepisce ovunque l’apprezzamento per la musica. Purtroppo vengo da un Paese (il Regno Unito, ndr.) dove la cultura non è molto apprezzata, e i tagli alla musica e alle orchestre sono dappertutto".

Tra le tante colonne sonore a cui ha partecipato, qual è quella che le è rimasta più nel cuore?

"Ho avuto la fortuna di suonare per diversi film nel corso degli anni (oltre 400, ndr), tra cui ‘James Bond’, ‘Harry Potter’, ‘Il Signore degli Anelli’ e ‘Jurassic Park’, ma la prima colonna sonora davvero iconica per me è stata quella di Hans Zimmer per ‘Il Gladiatore’. Non dimenticherò mai l’emozione del suono dell’enorme sezione di ottoni, che portava in vita la gloria e le battaglie dell’Antica Roma!".