
Il cantiere può riaprire Palmaria, accolto il ricorso per lo stabilimento vip
Può riaprire il cantiere sull’isola Palmaria per la riqualificazione dell’ex cava Carlo Alberto con la realizzazione di un ristorante nel fabbricato già esistente e di uno stabilimento balneare. E’ quanto ha stabilito il tribunale del Riesame della Spezia presieduto da Luisa Carta con giudici a latere Giulia Marozzi e Stefania Letizia, accogliendo il ricorso della società Palmaria Experience rappresentata dall’avvocato di fiducia Andrea Corradino. I giudici del riesame hanno quindi ribaltato la sentenza del gip e annullato il sequestro effettuato il 14 aprile scorso dai carabinieri forestali nell’area privata. La sentenza è immediatamente esecutiva, le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni. La società Palmaria Experience, il cui legale rappresentante è Raffaele Paletti, è determinata a portare avanti il progetto autorizzato dalla conferenza dei servizi. Paletti ha sempre sostenuto di essere nel giusto. E’ rimasto sereno e fiducioso che l’evolversi del procedimento penale avrebbe portato a stabilire che la tesi dei carabinieri forestali sull’inizio tardivo dei lavori di sei giorni, alla base del sequestro del cantiere sull’isola Palmaria, non avrebbe retto.
"La questione è interpretativa – aveva detto a La Nazione – secondo i nostri tecnici il termine da prendere come riferimento per l’inizio dei lavori non è quello dell’atto finale della conferenza dei servizi, ma della successiva convenzione urbanistica col Comune". E la convenzione urbanistica a cui fa riferimento Paletti, è stata approvata dalla giunta di Porto Venere il 13 agosto 2022. Tale circostanza è stata fatta valere nel suo ricorso al tribunale del Riesame dall’avvocato Andrea Corradino.
Come noto, il sequestro del cantiere era stato invece giudicato legittimo dal gip Mario De Bellis, che il 21 aprile aveva accolto le tesi dei pm Elisa Loris e Federica Mariucci che avevano avallato l’azione sviluppata d’iniziativa dai carabinieri forestali. Questo perché il termine ultimo di inizio dei lavori previsto dalla legge edilizia sarebbe stato quello di un anno dal disco verde della conferenza dei servizi risalente al 28 marzo del 2022. Ravvisando che l’avvio sei giorni dopo dei lavori, in mancanza di richieste di proroga, avrebbe portato alla decadenza del permesso per costruire e alla contestazione dell’abuso edilizio.
Massimo Benedetti