L’emozione è tangibile, anche perché molti giovani, col passaggio di consegne generazionali, sono cresciuti proprio con le canzoni del ‘professore’. Una piccola delegazione della curvatura comunicazione del liceo Costa ha scambiato qualche battuta con Roberto Vecchioni, al Teatro Civico nei giorni scorsi, per una nuova tappa del suo ‘L’Infinito Tour’. Le tre ragazze del Classico – Sofia Guglielmo, Nicole Massa e Alice Moisè – hanno domandato a Vecchioni se nel testo ‘Comici Spaventati Guerrieri’, richiamando "questi miei piccoli", si rivolgesse ai suoi studenti. "Certamente, a tutti gli studenti – esordisce Vecchioni –. Ma a quelli di quell’epoca, perché è di vent’anni fa... anche se in fondo poco è cambiato. I ragazzi sono guerrieri, o almeno quelli che conosco e apprezzo; guerrieri perché non mollano. A volte sono ridicoli, perché fanno cose fuori dal normale, stramberie, ma anche spaventati, perché il futuro non c’è". Poi si sono soffermate su una hit come ‘Sogna, ragazzo sogna’ e sul segmento che dice "conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero", chiedendo se fosse un inno alla cultura. "Più che altro un inno alla fantasia, ci sono altri testi in cui ho celebrato la cultura. I poeti hanno un tipo di fantasia e di visione del mondo che va oltre la nostra che è solo materiale, hanno la capacità di fare cose impossibili, in senso metaforico, possono cambiare completamente il brutto in bello, l’ingiusto in giusto". Vista la scuola di appartenenza, le tre giornaliste in erba non potevano approfondire la questione dello studio del greco e del latino, se siano utili oppure no nella crescita culturale di uno studente. "Hanno un valore impagabile – spiega Vecchioni, insegnante di quelle materie per decenni – . Comunque è una questione di tempi. Se studi greco e latino ci metti di più a trovare un lavoro, invece se vai in un istituto tecnico qualcosa trovi, per cui i ragazzi sono più portati ad averlo subito, magari alcuni non hanno i mezzi. Il greco e il latino non ti danno l’avventura di un posto di lavoro, ma una costruzione interna incomparabile: la capacità di vedere chiaramente le cose, di sapersi rapportare e connettere con le altre persone". Dopo aver citato il filosofo Epitteto con "nessuno è libero se non è padrone di se stesso", Roberto Vecchioni ha salutato le ragazze. "Parole che custodiremo – concludono Sofia, Nicole e Alice – affinché la padronanza dell’io passi dalla conoscenza".
Marco Magi