MATTEO MARCELLO
Cronaca

I nuovi bus sono troppo alti: non passano sotto i ponti

Problemi per i modelli acquistati grazie a un finanziamento regionale. Transito impossibile al Favaro, Rebocco e in alcuni borghi della Val di Vara

Uno dei mezzi a metano appena consegnati all’azienda di trasporto pubblico

Uno dei mezzi a metano appena consegnati all’azienda di trasporto pubblico

La Spezia, 24 maggio 2024 - Sono stati acquistati non solo per svecchiare la vetusta flotta, ma anche per dare un’impronta green al nuovo corso aziendale. Per i nuovi bus a metano e a gnl acquistati da Atc Esercizio, tuttavia, sarà un servizio a metà, o almeno non sulle linee per le quali era stato inizialmente programmato il loro utilizzo. La nuova beffa, che pare aver creato più di qualche imbarazzo tra il management dell’azienda di trasporto pubblico, è oggetto di attenzione anche delle organizzazioni sindacali. Tutto nasce dalla conformazione dei mezzi acquistati dall’azienda con i fondi statali erogati nel 2021 dalla Regione nell’ambito del ‘Piano nazionale per gli investimenti complementari al piano nazionale di ripresa e resilienza’. Risorse destinate all’acquisto di autobus ad alimentazione a metano, elettrica o a idrogeno, con le relative infrastrutture di alimentazione, per il trasporto pubblico extraurbano e suburbano. Ad Atc furono destinati 5,2 milioni di euro, sufficienti per acquistare alcune decine di mezzi da una nota azienda.

I problemi sono cominciati una volta consegnati gli autobus, con le prime prove su strada che hanno confermato le preoccupazioni degli autisti: i mezzi sono effettivamente troppo ’alti’, e non passano sotto alcuni dei ponti della città. Nessuna possibilità di transito, per esempio, al ponte della ferrovia al Favaro; stessa sorte dall’altra parte della città, a Rebocco, dove i nuovi mezzi non possono passare sotto il ponte sul quale transita la linea ferroviaria. ’Colpa’, si fa per dire, di alcuni serbatoi posizionati sopra il tetto degli autobus, che di fatto ne ha aumentato il volume. Impossibile, per il mezzo, passare indenne le volte del ponte costruite svariate decenni fa. Così, l’azienda ha dovuto rivedere i piani di utilizzo dei nuovi mezzi, utilizzati nei collegamenti tra Spezia, Lerici e Sarzana, in alcune linee extraurbane, e in quelle urbane dove non ci sono ponti. Una situazione che tuttavia non è circoscritta al solo capoluogo, dato che i medesimi problemi avvengono pure nel cuore della Val di Vara. A Pignone, per esempio, i nuovi autobus non riescono a entrare nella piazza principale del paese, a causa di un arco medievale troppo basso.

Qui il problema peraltro è più ampio, in quanto tali mezzi non solo non possono raggiungere la piazza principale pignonese, ma non possono raggiungere neppure le altre località che si trovano al di là di quell’arco. I nuovi bus avrebbero dovuto sostituire mezzi con decenni di servizio sulle spalle, ma non potranno essere utilizzati su quelle linee. E c’è di più: in questi anni di rivoluzione green, l’azienda non ha ancora provveduto a dotare il proprio deposito di cisterne attraverso cui fare riferimento. Risultato? Autobus fermi in coda nei distributori cittadini per fare rifornimento.