Il primo tentativo è andato a vuoto, nonostante il tentativo – risultato vano – di prolungare in corso i termini di scadenza del bando. Il Comune di Porto Venere però ci riprova e, nei prossimi giorni, pubblicherà nuovamente il bando per l’alienazione degli immobili e dei terreni situati sull’isola Palmaria, ottenuti oltre tre anni fa nell’ambito dell’accordo col ministero della Difesa e con l’Agenzia del Demanio. La giunta comunale guidata da Francesca Sturlese nei giorni scorsi ha licenziato gli indirizzi con cui gli uffici andranno a formalizzare il nuovo bando per la vendita dei beni. Non mancano le novità: in primis, la decisione di operare un ribasso di appena il 10% rispetto alla base d’asta della gara andata deserta, complessivamente pari a 12.101.531 euro. Il primo lotto di beni, che comprende l’ex Villa Smith, l’ex Villa Castrigliano, l’ex alloggio del comandante e quello del personale di custodia del carcere Torre Umberto, più altri fabbricati e terreni, avrà per il secondo tentativo una base d’asta ribassata da 8.239.624,53 a poco più di 7,4 milioni di euro, mentre il secondo lotto, in cui figurano fabbricati e terreni siti in via Cavour e via dello Schenello, avrà una base d’asta di circa 3,47 milioni di euro, rispetto ai 3.861.907,27 della prima gara. Una decisione, quella ratificata dalla giunta comunale, che è andata anche oltre i ’consigli’ espressi dall’Agenzia del Demanio, che nei mesi scorsi aveva suggerito all’amministrazione comunale "l’esperimento di una nuova procedura ad evidenza pubblica con importo a base d’asta immutato, ma con un più ampio intervallo temporale per la presentazione delle offerte e una più estesa platea di possibili investitori", valutando inoltre "l’opportunità di proporre in vendita i beni su un maggior numero di lotti, rispetto a quelli già individuati, rendendoli potenzialmente accessibili ad una più ampia platea di soggetti".
Indicazioni che non sono state prese in considerazione, in quanto secondo la giunta comunale "non rivestono carattere di perentorietà", con il Comune che ha dunque proseguito sulla propria strada, quella della suddivisione dei beni in due lotti, in quanto "l’individuazione di un maggior numero di lotti – si legge nella delibera della giunta di Porto Venere – comporterebbe fattivamente il rischio di lasciare invenduti e più difficilmente vendibili alcuni immobili ed in particolare quelli meno appetibili sul mercato, con conseguente pregiudizio sia in termini economici, sia in termini ambientali per il relativo mancato recupero".
Matteo Marcello