I bonus fiscali? Un boomerang per le aziende "Crediti non pagati, siamo senza liquidità"

La difficile situazione raccontata da due impresari e da un amministratore di condominio: "I lavori sono fermi e i prezzi alle stelle"

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Bonus al 90 e 110 per cento da opportunità a boomerang. I cassetti fiscali delle impresei edili sono pieni di crediti ma le banche non se ne fanno carico. Questo ha portato gli imprenditori a una carenza di liquidità impendo loro di avere denaro contante per portare avanti i lavori e pagare i dipendenti. Qualcuno per fronteggiare la situazione ha messo dentro anche i propri risparmi. Confartigianato ha chiesto ai politici locali di farsi carico del problema per sbloccare la situazione e all’ABI di avviare scelte condivise con la categoria. Intanto gli imprenditori in attesa che la situazioni si sblocchi arrancano e cercano di tenere il timone di questa nave allo sbando. "Quello che siamo riusciti a riscuotere – ha detto Francesco Sacco titolare di una ditta edile individuale – sono i lavori fatti in precedenza. Al momento per le nuove pratiche non c’è una banca aperta e non vedo prospettive. Ho avuto la fortuna di essere seguito da Massari e per quanto riguarda le pratiche 2021 che sono state caricate dalla Banca popolare di Sondrio sono andate a buon fine. Ne ho ancora una in corso del 110% mi hanno dato un acconto e quando finisco il lavoro conto che tutto mi venga liquidato. Ho nel cassetto fiscale un credito di 130, 140 mila euro e non riesco a venderlo".

Una situazione difficile da gestire anche per gli amminsitratori di condomini. "Tutto bloccato da novembre con l’uscita del decreto antifrode – ha spiegato Marco Vignudelli – le banche non hanno più pagato le imprese. Tutto per il bonus del 90% dove non erano stati fissati alcun tipo di vincolo al contrario di quanto avviene nel bonus del 110%. Fatto sta che a novembre sono venute fuori le frodi di 4 miliardi di euro, cosa che se avessero messo le regole subito non sarebbe successo, e a quel punto tutto è stato bloccato. Nei condomini che amministro i bonus facciata li ho terminati tutti, mi è rimastoun piccolo condominio che stiamo finendo. Ma le imprese non sono sono state ancora in grado di riscuotere la cessione del credito. E se alle imprese manca la liquidità non possono fare i lavori. Al momento col 110% ho due cantieri in corso fermi e 6 affidamenti lavori bloccati. Devono fare qualcosa per sbloccare la situazione del resto come fa un’impresa a partire se non ha soldi in cassa". Definisce la situazione attuale "un delirio" Antonio Mazzei titolare di Itet che spiega – "Il 110% che sembrava la soluzione del dopo covid, per rimetterci in moto in realtà ci sta mandando in crisi. Ho 15 dipendenti, dunque si immagina, quando è uscito il bonus del 110 mi sono messo a capofitto al lavoro con geometri e tecnici. È’ stata necessaria una squadra per capire come funzionava e siamo riusciti a inquadrare la cosa per partire spediti. E invece cosa è successo? Un susseguirsi di regole aggiunte una dopo l’altra. A quel punto abbiamo rimandato i lavori del 110, del resto i tempi c’erano e abbiamo ripiegato sul 90%. Poi anche qui la situazione si è complicata e da essere senza regole ci si è ritrovati ad applicare i prezzari regionali con costi dei ponteggi che nel frattempo erano lievitati. Stesso discorso per i materiali: quadruplicati. Poi l’undici novembre è uscito il decreto antifrode e alla fine le banche hanno bloccato tutto. La conclusione di tutto questo sono le speculazioni a non finire e prezzi alle stelle. Noi che abbiamo fatto i lavori e chiesto prestiti ponte alle banche per la liquidità ci ritroviamo con i cassetti fiscali pieni di crediti da esigere, si parla di centinaia di miglia di euro, e con prestiti da pagare al tasso del 7%. E se io ora vado in banca con tutto il mio credito non riesco a riscuotere. Stiamo andando avanti con fatica, ma se la situazione non si sblocca questo 110% non porterà nulla di buono. Per non parlare del fatto che i tanti lavori svolti azzereranno il lavoro dei prossimi anni".

Anna M. Zebra