Grandi e piccoli, ricchi e poveri. Solo la fiera unisce davvero: "Sempre uguale e diversa. Questa è la sua vera magia"

Affluenza record per il debutto domenicale, ma anche ieri non è mancato il movimento. Il commento di due innamorati, abbracciati: "Anche la pioggia ormai è una tradizione".

Grandi e piccoli, ricchi e poveri. Solo la fiera unisce davvero: "Sempre uguale e diversa. Questa è la sua vera magia"

Grandi e piccoli, ricchi e poveri. Solo la fiera unisce davvero: "Sempre uguale e diversa. Questa è la sua vera magia"

Si muove rapido tra i banchetti, zampettando tra le pozzanghere con i suoi stivaletti azzurri con impressa sopra l’immagine di Captain America, il super eroe della Marvel. Per lui tutto è una scoperta, e anche la pioggia che scende fitta e incessante è motivo di allegria. Edoardo, tre anni, è un esordiente assoluto della fiera di San Giuseppe, le restrizioni dovute al Covid prima e un viaggio al seguito dei suoi genitori dopo, gli avevano sinora impedito di prendere parte a quella che rimane la tradizione più amata e sentita da tutta la città. Solo il Palio del Golfo ad agosto e le Aquile al Picco la domenica sono eventi altrettanto identitari ma forse la fiera è ancora più trasversale, capace di abbracciare davvero ogni generazione e ogni tipo umano.

"E’ bellissima, ci sono cose buonissime" dice Edoardo che ha appena addentato il suo primo panino con la porchetta. "Solo un assaggio – si affretta a precisare mamma Laura – ma quando lo ha chiesto non mi sono sentita di dirgli di no. È il sapore della fiera. Qualcosa di delizioso e che unisce tutti gli spezzini, grandi e piccoli". I numeri dell’affluenza record di domenica, migliaia di persone già a partire dalle prime ore, sono stati un qualcosa che non si vedeva da tempo. Un dato che è difficile quantificare precisamente, uno tra gli indicatori più affidabili sembrerebbe essere rappresentato dal tempo medio di percorrenza di Passeggiata Morin o di via Chiodo. "Se si procede a passo di lumaca – precisa la signora Gabriella, che viene ininterrottamente da oltre mezzo secolo partendo da Sesta Godano – si può star certi che la gente è venuta in massa. Io sono entusiasta, è sempre piacevolmente uguale ma anche sorprendentemente diversa: una magia". Ieri misurare la salute dell’evento fiera sotto una pioggia aguzza e irritante sarebbe stato ingiusto, ma il movimento comunque non è mancato. E forse proprio perché con un meteo così avverso rimangono in campo solo gli autentici innamorati è stato impossibile raccogliere pareri che non fossero più che felici e compiaciuti. "Ormai anche la pioggia – scherzano due giovani fidanzati – sembra essere una tradizione. Ma non ci dispiace. I colori, i profumi che si sentono in città in questi tre giorni sono un qualcosa a cui non rinunceremmo per nessuna cosa al mondo".

È un sentimento che sembra accumunare tutti gli spezzini che passeggiano, zuppi ma felici, tra le bancarelle. Qualcosa che si fa molto fatica a descrivere con le parole ma che attinge da una sorgente molto potente, quella di ricordi ed esperienze condivise, un senso di comunità che durante la fiera riprende forza e vigore. Anche tra gli operatori – i banchi sono oltre 600, di cui 543 provenienti da fuori provincia – nonostante l’acqua, la soddisfazione non manca. I più affollati, già a partire dalle 11, sono quelli dove la porchetta (ce ne sono ben 57) viene servita in tutte le salse. "In un buon panino – spiega Davide Ferrari, venuto da Rimini – tutto ha la sua importanza: la carne, i condimenti e le salse sono fondamentali ma ancora di più è l’amore con cui lo si fa. Noi offriamo anche la piadina alla porchetta, sta andando alla grande". Giancarlo, spezzino doc, durante i giorni della fiera, non mangia altro. "Per tre giorni mangio solo panini con la porchetta, zeppole e brigidini. Durante l’anno non tocco nessuna di queste tre cose, ma il 19 marzo cerco di mangiarne il più possibile. È il mio modo particolare di onorare la festa più bella dell’anno. La fiera è la fiera".

Vimal Carlo Gabbiani