
Il giudice Fernando Ciampi (Ansa)
La Spezia, 10 aprile 2015 - Da anni aveva trovato il suo buon ritiro nella tranquillità del borgo di Trebiano, dove la natura e i rapporti umani lo rinfrancavano dalle fatiche milanesi. Fernando Ciampi, il giudice fallimentare ucciso ieri nella sparatoria al Tribunale di Milano, era diventato ormai un cittadino arcolano d’adozione. Vi tornava spesso, assieme alla moglie, nella casa acquistata da ormai qualche anno nel piccolo borgo collinare con vista privilegiata sulla Val di Magra. Anche in occasione delle ultime festività pasquali, trascorse fino all’ultimo giorno utile, quello di mercoledì. «Stiamo tornando a Milano, domani ho un appuntamento in tribunale», le parole pronunciate proprio prima di partire ad alcuni amici prima di abbandonare il paese.
Ieri mattina, Fernando Ciampi si trovava al secondo piano del palazzo di giustizia milanese, nella sua stanza, la 250, quando Claudio Giardiello ha fatto irruzione nell’ufficio, uccidendo il giudice con alcuni colpi di pistola. Ciampi, secondo quanto appreso dalle agenzie di stampa, era stato citato come testimone proprio al processo che vedeva come imputato Giardiello, perchè aveva emesso una sentenza per il fallimento di una società collegata alla bancarotta dell’immobiliare Magenta, di cui Giardiello era socio. «L’abbiamo incontrato mercoledì pomeriggio, stava mettendo le ultime cose in auto prima di partire e ritornare a Milano – affermano alcuni residenti che abitano a poca distanza dalla casa del giudice –. Era sereno, tranquillo, dopo aver passato le feste qui in paese. È stato un vero choc, quando oggi a pranzo (ieri; ndr) abbiamo visto la sua foto al telegiornale». «Appena poteva, veniva spesso nel borgo, aveva anche preso un piccolo terreno, gli piaceva coltivare e curare gli olivi. Sempre cordiale, non mancava di fermarsi a parlare in paese. È davvero incredibile ciò che gli è successo» aggiungono i residenti. Ciampi, 71 anni, a dicembre sarebbe andato in pensione.
Da sei anni era alla seconda sezione civile del tribunale meneghino, incaricata dei fallimenti. In precedenza era stato presidente dell’ottava sezione civile. Conosciuto nell’ambiente giudiziario milanese per la sua austerità, intransigenza e per il suo rigore sul lavoro, nel piccolo borgo collinare arcolano Ciampi trovava il giusto ambiente per rilassarsi e dedicarsi ai suoi hobby. Tanto che, sempre secondo i residenti, non aveva mancato di manifestare ad alcuni amici del posto l’idea di volersi trasferire in quella casa, una volta raggiunta la pensione. «Gli piaceva stare qui, perchè si rilassava» spiegano. Originario di Fontanarosa, in provincia di Avellino, lascia la moglie e due figli, uno dei quali vive negli Stati Uniti. Da poco era diventato nonno.
Matteo Marcello