
Quattro anni e 4 mesi di reclusione per il ventenne ritenuto responsabile del reato di estorsione. Il giovanissimo è stato...
Quattro anni e 4 mesi di reclusione per il ventenne ritenuto responsabile del reato di estorsione. Il giovanissimo è stato condannato in Tribunale a Spezia dal collegio presieduto da Marta Perazzo (nella foto), giudici a latere Luisa Carta e Selene Ruberto, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Federica Mariucci.
Il ventenne nel febbraio di un anno fa era stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Sarzana insieme ai colleghi della stazione di Arcola messi sulle tracce di Antonio Di Cristo in un modo decisamente singolare. Durante una funzione religiosa che si stava svolgendo a Romito Magra i carabinieri in servizio di controllo come previsto nelle processioni erano stati avvicinati da un giovane di nazionalità magrebina.
Il ragazzo aveva chiesto ai militari un consiglio su come poter aiutare un amico in difficoltà. I carabinieri con esperienza hanno capito che la situazione potesse essere delicata e soprattutto non riferita a una terza persona ma al diretto interlocutore. E infatti una volta conquistata la fiducia delle forze dell’ordine il giovane ha confidato di essere stato più volte minacciato da Di Cristo fino a consegnargli una somma complessiva di quasi 1200 euro.
In un’occasione inoltre per essere più convincente si era presentato alla riscossione con una pistola, risultata poi giocattolo, e un tirapugni. Insomma una situazione a alto rischio che il magrebino non ha più sopportato chiedendo aiuto ai carabinieri incontrati casualmente in strada. Il giovane è stato arrestato e l’altra mattina condannato alle pena di 4 anni e 4 mesi. L’avvocato del giovane ha preannunciato il ricorso.
Massimo Merluzzi