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Spezia, 3 luglio 2014 - GLI UCCELLI di Hitchcock hanno “rotto” lo schermo per buttarsi in picchiata contro la gente. Quella vera, quella in carne ed ossa. Sotto l’assedio dei loro becchi aguzzi c’è un intero quartiere, che trattiene il fiato e che cerca disperatamente di liberarsi da una convivenza diventata impossibile. Quando esce di casa Fabrizio Chiarlone butta gli occhi al cielo e brandisce il bastone in aria. «È la nostra unica arma di difesa», e la sua voce tradisce la paura che fa balzare il cuore in gola a tutta la comunità dei Vicci, ormai da settimane.
Una coppia di gabbiani ha scelto la sua palazzina, che si affaccia sulla famigerata scalinata, per mettere su famiglia. I due hanno iniziato a costruire il nido due mesi fa e lì hanno procreato, mettendo al mondo due pulcini. I piccoli non sono ancora in grado di volare, ogni loro mossa è seguita con premura dai genitori pennuti che non li perdono un attimo di vista. Il loro nemico più grande è di un’altra specie, cammina su due piedi e ha, inconsapevolmente, “invaso” proprio il luogo scelto come dimora, minacciando la loro serenità domestica. E questo è un motivo più che sufficiente per loro per avventarsi contro i coinquilini umani, scendere in picchiata sulla loro testa per scacciarli.
«Ci hanno aggredito in più occasioni — continua Chiarlone —. Non se la prendono soltanto con chi abita nel palazzo, si sono lanciati molte volte anche sui passanti, un giorno sono stato costretto anche a colpirne uno. I gabbiani hanno paura che qualcuno si avvicini ai loro piccoli, quindi diventano aggressivi, provano ad attaccarci dall’alto. Li vediamo prendere la mira in volo e lanciarsi a velocità folle contro di noi. Ho addirittura la sensazione che riescano a riconoscermi da lontano, prima che raggiunga la porta».
Nel quartiere è psicosi. C’è chi indossa addirittura il casco per sentirsi più sicuro, chi invece si sposta armato di legni: è come vivere in guerra con il nemico sempre pronto a colpire, a tradimento. «La situazione sta diventando insostenibile, io abito all’ultimo piano proprio sotto il nido e temo soprattutto per la salute del mio nipotino di due anni — continua Chiarlone —. Alcuni vicini si sono rivolti giorni fa alla polizia municipale e ai vigili del fuoco, ma nessuno è intervenuto. Ci hanno indirizzato alla sezione faunistica della polizia provinciale: qualcuno ci ha “semplicemente” consigliato di aspettare che i piccoli si allontanino da soli». E la mente corre, inevitabilmente, a quei gabbiani che quattro anni fa ferirono una donna al cimitero, seminando il panico. Una vecchia storia che fa ancora tremare.