CORRADO RICCI
Cronaca

Smurata cassaforte nel palazzo dei vip. Nessun testimone

Il colpo nel pomeriggio, vicino alla Questura

Una traccia lasciata dai ladri nella ringhiera nel balcone sottostante

La Spezia, 24 gennaio 2018 - Più audaci di così non si può. I ladri-acrobati sono riusciti a mettere a segno il furto in un appartamento posto ad un tiro di schioppo dal palazzo della Questura, in uno dei palazzi più prestigiosi della città, abitato da diversi vip, compreso un giudice.

Sono saliti fino al secondo piano arrampicandosi sul muro, passando per un balcone sottostante a quello scavalcato per accedere all’appartamento preso di mira; lì, dopo aver rotto il vetro di una portafinestra, sono andati verso la camera da letto nella quale è ‘murata’ la cassaforte: un contenitore blindato d’acciaio, con base di 40 centimetri e 30 di altezza. L’hanno smurata. Devono aver fatto molto rumore per sconnetterla dai mattoni. Ma nessuno, udendo, si è preoccupato. E nessuno nemmeno avrebbe visto l’azione successiva: la «discesa» della pesante cassaforte a terra, calata con delle cime. Poi la fuga, col corpo del reato, difficile da non passare nell’occhio.

E’ accaduto nel tardo pomeriggio di lunedì, in una delle due «torri» che svettando al cielo in via Squadroni, quella al numero civico 6, agendo sul retro della stessa. Un colpo studiato, un colpo mirato. E’ stato portato a segno in un intervallo di tempo relativo: poco meno di due ore, dalle 16 alle 18. Il periodo in cui la proprietaria si è assentata da casa, per andare a prendere da scuola un nipotino. Un assist non programmato, ma maturato sull’onda di necessità palesatesi in giornata. Lei è la signora Angela Generoso, sulla settantina; una donna dinamica, dal cognome-programma: sempre pronta a prodigarsi per gli altri. Ma questa volta «gli altri» non le sono stati di aiuto. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Alla donna, dopo una sommaria conta degli oggetti preziosi contenuti nella cassaforte, non è rimasto altro da fare che sporgere denuncia.

Ha chiamato il numero unico d’emergenza, il 112. Sono arrivati i carabinieri dalla vicina caserma: trecento metri di distanza. Il sopralluogo è durato a lungo. E’ stato puntuale. Si è sviluppato anche nel balcone sottostante, quello che, appartenente allo studio di un noto team di avvocati, ha fatto da trampolino.

Lì, sulla ringhiera, sono state rilevate delle impronte di scarpa; scarpe da ginnastica, quelle dei ladri-acrobati. Nell’abitazione presa di mira, per il resto, solo un cassetto aperto. Della serie: i ladri sono entrati con l’idea precisa di trovare dei preziosi e si sono imbattuti nella preda più ambita, la cassaforte.

Incredibilmente, sono riusciti a farlo; agendo, se non in pieno giorno, quando la città era sulla via del tramonto e la luce naturale, seppur in fase calante, non mancava. Possibile che nessuno abbia visto o udito? La domanda martella il cervello della signora Angela, in un crescendo di sconcerto che si salda alla ferita aperta nel suo cuore.

Nella cassaforte c’erano gli oggetti preziosi di famiglia, quelli con i quali è stato scandito il progress della sua vita e anche quello dei genitori. I carabinieri indagano. Ieri hanno battuto a tappeto la zona da cui si apre la vista sul retro di palazzo teatro dell’incursione ardita. L’appello ad eventuali testimoni sale da via Squadroni e a tutta l’area circostante. Questione di sicurezza partecipata, in cui ogni cittadino è chiamato a fare la sua parte.