FABIO BERNARDINI
Cronaca

Fu protagonista di una salvezza tranquilla. Cagni: "Farò il tifo a distanza per lo Spezia"

Nel 2013 la squadra era forte e partiva da una classifica nettamente migliore. L’ex mister invita comunque i supporter ad avere pazienza

Fu protagonista di una salvezza tranquilla. Cagni: "Farò il tifo a distanza per lo Spezia"

"I tifosi aquilotti dovranno avere pazienza, credere nei giocatori e nell’allenatore, aiutarli a venire fuori da questa situazioni. Gli spezzini li conosco bene, so che il loro sostegno non mancherà mai". A invocare l’unità di intenti in un momento così difficile per i colori bianchi è l’esperto mister Gigi Cagni che nel 2013 riuscì a traghettare lo Spezia verso una salvezza tranquilla: "I giocatori diano tutto in campo, agli spezzini interessa quello. Io farò il tifo a distanza per lo Spezia".

Mister Cagni, lo Spezia si ritrova nel baratro, al penultimo posto in classifica. Intravede analogie con la formazione aquilotta che nel 2013 lei riuscì a traghettare alla salvezza?

"Io avevo una squadra forte, composta da giocatori con qualità tecniche notevoli, ma anarchica. Ci furono dei momenti in cui dovetti battere i pugni sul tavolo, tutti si sentivano i salvatori della patria, io feci capire loro che saremmo usciti da quella situazione solo attraverso la forza del gruppo. Arrivai allo Spezia dopo la sconfitta contro il Novara, rammento che i tifosi volevano entrare negli spogliatoi, riuscii a convincerli a rinunciare perché la squadra, in quel momento, aveva bisogno di serenità. Nella fase iniziale della mia gestione le cose non andarono benissimo, al punto che prima della partita di Crotone c’erano voci di un mio esonero, ma l’allora direttore Vitali venne in ritiro e smorzò sul nascere questa possibilità. Il giorno dopo vincemmo allo ‘Scida’ e iniziò la cavalcata verso la salvezza. La situazione di allora è però diversa da quella attuale".

Quali differenze, oltre ad una classifica nettamente migliore nel 2013?

"La mia squadra era molto più forte. Lo Spezia mi ha dato l’idea di giocare con ritmi non elevati, ho intravisto preoccupazioni nei giocatori, non c’è un leader nella squadra. Il leader dovrà essere l’allenatore. La formazione aquilotta non è la più scarsa dal punto di vista tecnico, ma non vedo giocatori di personalità in grado di fare la differenza e prendere per mano la squadra. Per questi motivi la qualità primaria da mettere in mostra dovrà essere la carica agonistica. Una ferocia fisica e mentale che potrà essere amplificata grazie al sostegno del ‘Picco’. La curva Ferrovia è la curva Ferrovia, è una roba seria, lo stadio è adatto per esaltare la battaglia, è chiaro che i giocatori dovranno dimostrare di avere corsa, agonismo e ritmo puntando sul gruppo. Gli applausi del pubblico spezzino dopo la bruciante sconfitta contro il Parma sono emblematici: se un giocatore fa un errore tecnico nessuno lo discute, ma deve dare tutto in campo".

Con l’avvento di D’Angelo la media punti è passata da 0,76 a 1,5. Con 17 punti al giro di boa e una quota salvezza che dovrebbe attestarsi intorno ai 40-41 punti, occorrerà marciare a ritmi ancora più sostenuti.

"Una cosa che non fa mai un allenatore è guardare i numeri. Ciò che conta è pensare partita dopo partita. A Pisa D’Angelo mi piaceva, era un emergente, mi pare che abbia i piedi ben saldi a terra e sappia ciò che vuole, in un contesto come l’ambiente spezzino molto caldo".

Quale la strada da intraprendere per conseguire la salvezza?

"Occorre, in primis, prendere dal mercato una punta capace di fare tanti gol. Bisogna poi bisogna calarsi in una mentalità tipica delle squadre che lottano per non retrocedere, ci devono entrare anche i tifosi e la società. È un’annata così, occorre raccogliere il meglio possibile, essere capace di gestire la situazione diversa da quello che si pensava, senza perdere la testa. In Serie B ci si salva nelle ultime sette o otto partite".