
Un polo per le residenze artistiche là dove tuonarono i cannoni. Così il futuro della fortezza Palmaria, 112mila metri quadrati sulla sommità dell’isola, nei sogni di una neo-architetta. Lei è Rebecca Bizzarri, 25 anni, residente a Viareggio ma con legami profondi a Porto Venere. Nei giorni scorsi ha conseguito la laurea all’Università di Firenze con una tesi dedicata all’ex presidio militare. Ne ha ritessuto la storia, ne ha immaginato il futuro. "Uno studio avvincente, alimentato dalla passione per l’isola e dal timore che nei prossimi anni possa correre il rischio di essere snaturata per effetto di una progettualità che apre agli accessi invasivi" dice introducendo il suo lavoro. Questo si è ancorato a numerosi testi e ad un sopralluogo sul campo effettuato insieme a Stefano Danese, cultore di storia militare, co-relatore della tesi di laurea di cui è stato relatore il professor Francesco Collotti .
Lo studio (160 pagine) ha ripercorso l’impresa ciclopica della costruzione durata trent’anni, dal 1830 al 1860, sotto la bandiera di Regno Sabaudo. Il pensiero si è poi concentrato sulla configurazione futura, badando a minimizzare i costi del refit e a massimizzare il rendimento.
"Tutto ciò in chiave storico, ambientale e artistica. La valorizzazione che reputo migliore e alla portata..." dice Rebecca. Nello specifico? "Ho immaginato un minimo di interventi funzionali alla fruibilità e all’ospitalità in sicurezza, senza opere aggiuntive ma sfruttando gli spazi a disposizione. La proposta è di quella di un percorso a tu per tu con la storia che, in progress, può vestirsi d’arte. Oltre all’accesso dei visitatori di giornata, ho pensato ai soggiorni di un’utenza specifica, quella degli artisti. Soggiorni funzionali all’ispirazione per generare opere - dalla pittura alla scultura, dalla musica alla letteratura - destinate gli allestimenti in sito. L’obiettivo strategico è infatti quello di accrescere nel tempo il valore museografico della fortezza... dell’arte".
Corrado Ricci