FRANCO ANTOLA
Cronaca

Flussi, urge una cabina dei regia La sfida della gestione globale Casarino: "Dare contenuti al Dmo"

Il segretario generale alla Camera di commercio auspica anche un aggiornamento della legge regionale "Occorre lavorare per mettere a regime il meglio delle risorse private con la pianificazione pubblica".

di Franco Antola

Un incremento superiore alle aspettative più rosee, dell’ordine del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che supera addirittura il 30% se si considerano gli arrivi e le presenze di stranieri. Lo dicono le rilevazioni trimestrali dell’Osservatorio turistico regionale che, diffuse pochi giorni fa dalla stessa Regione, certificano per i primi cinque mesi dell’anno un avvio di stagione col turbo. Spezia più brava delle altre province a promuovere le proprie risorse, o cosa? Marco Casarino, segretario generale della Camera di commercio delle Riviere di Liguria, non si stupisce più di tanto, sottolineando come il dato del movimento turistico 2023 è migliorativo anche rispetto a quello dell’anno precedente, che pure era già molto buono, avendo sostanzialmente annullato l’effetto pandemia.

"È evidente - osserva - che non si è trattato solo di un rimbalzo, ma di un incremento stabile. Spiegabile in primo luogo col fatto che l’ultimo periodo è stato caratterizzato dal ritorno degli stranieri, che nel contesto generale ha tardato di più, ma in un territorio come il nostro dove la presenza di turisti d’oltre confine è dominante, l’incremento ha impresso un fortissimo impulso all’andamento generale. Nella nostra provincia alla conferma dei flussi italiani si è aggiunta la forte ripresa degli stranieri ed ecco spiegato l’exploit".

Solo effetto Cinque Terre, o c’è anche dell’altro?

"Non c’è dubbio che le Cinque Terre, ma anche il Golfo, abbiano esercitato una forte attrattiva, ma sul piatto c’è anche da mettere la qualità dei servizi, come l’ampia offerta ricettiva, capace di rispondere a tutte le esigenze, dall’hotel di lusso al b&b, la ristorazione, anch’essa molto variegata, o il trasporto marittimo".

Eppure c’è chi lamenta ancora molte carenze e un’offerta non sempre all’altezza

"Non c’è rosa senza spine. Il settore turistico, va detto, si è sviluppato in maniera spesso anarchica, con la proliferazione di residenze turistiche e la contestuale sostituzione dei negozi con bar e ristoranti, che hanno determinato forti squilibri"

Che fare allora?

"Il punto vero è l’adeguamento delle norme che disciplinano il turismo, a cominciare dalla legge del 2008, ormai datata, concepita in un’epoca che non c’è più. Occorre rimettere mano a questo quadro legislativo, partendo dalle destinazioni turistiche e dalla gestione dei flussi". Facendo cosa?

"Penso alla tassa di soggiorno, una tassa di scopo che alla Spezia genera tre milioni di euro. Occorre che una quota importante venga destinata alla promozione, introducendo meccanismi più moderni ed efficienti. Qui manca una Dmo, una sigla che va riempita di contenuti. Serve un vero organismo di gestione sovracomunale capace di gestire il tema delle destinazioni, come già esiste a Imperia e Savona. Da noi ci sono zone al collasso economico e altre in fortissima espansione. Così come dice l’Organizzazione mondiale del turismo, serve una entità che definisca le destinazioni turistiche, siano esse un borgo, una città, un comprensorio, indicando nel contempo i criteri di gestione da parte di un organismo capace di muoversi fuori dai vecchi schemi, con meccanismi più snelli, mettendo a regime il meglio delle risorse private e la pianificazione pubblica".