
Il rumore della sua due ruote arriva prima di lui. È un attimo: da dietro la montagnola spunta rombante, spicca un salto di metri e continua la sua corsa. Nessuno penserebbe che a domare questo mezzo ci sia un ragazzo di soli 13 anni, eppure è così: si chiama Filippo Mantovani, è uno studente della scuola secondaria di primo grado Pellico-Mazzini oltre che una delle promesse dello sport spezzino. Nonostante le giovane età ha già un curriculum da motociclista navigato, fra partecipazioni a competizioni internazionali – ha già fatto il suo debutto agli Europei e ai Mondiali di motocross – e incidenti di percorso, come la rottura del femore dello scorso agosto. "Era più la rabbia di non poter correre per sei mesi, anziché la paura di farmi male" esordisce. D’altronde, per uno che già a quell’età va ad oltre 100 all’ora e si lancia contro la forza di gravità, può esser considerato a pieno titolo un incidente di percorso.
Filippo ha un bel viso pulito, studia anche a orari impossibili, si allena con costanza e soprattutto non si annoia. "Prima di decidere di dedicarmi al motocross a livello agonistico – racconta – sciavo e giocavo a tennis: ero bravino, ma poi ho scelto questa disciplina, perché mi regala grandi emozioni". Tutto è iniziato per ‘colpa’ (o merito) dello zio, che quando aveva soltanto 5 anni, gli ha regalato una minimoto 50cc Lem. "Non vedeva l’ora di poterla usare" spiega il papà. Dopo qualche mese, andando nello spazio sotto casa, Filippo è passato alla Ktm 50 e a 8 anni ha partecipato alla sua prima gara di RegionaleItaliano, piazzandosi secondo. Si divideva ancora con lo sci, poi un anno dopo, la decisione di dedicarsi in esclusiva al motocross. Le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare, come racconta il padre. "Nel 2019 ha chiuso secondo il campionato Junior 65 italiano e quinto assoluto l’europeo 65. Nello stesso anno la federazione lo ha chiamato al mondiale di Arco di Trento, dove purtroppo è arrivato decimo dopo una caduta. Poi, nel 2020, è passato alla cilindrata 85, iniziando le selettive per l’italiano, finendo secondo".
Un sogno spezzato dalla rottura del femore pochi giorni prima di partire. Incidente che non ha certo interrotto la sua carriera. "Domenica ho fatto una gara di regionale e ho chiuso quarto, anche se sono stato un po’ sfortunato perché mi hanno penalizzato due episodi diversi; a maggio parteciperò all’europeo, che si svolgerà in Portogallo, Italia, Slovenia, Francia e Croazia. La mia seconda esperienza, che spero vada bene: confesso che nelle mie prime due gare internazionali avevo un po’ di ansia da prestazione" dice.
Intanto, il giovane continua la sua preparazione: una routine dura e piena di sacrifici che, complice la lontananza delle piste – dislocate a Bergamo, Cremona, Brescia e in Piemonte – lo porta, accompagnato dalla famiglia, a fare 1500 chilometri a settimana solo per gli allenamenti. Tre volte alla settimana nella palestra Moove e 23 volte in sella seguito dall’istruttore Fabio Ferrari. "Esco prima da scuola – spiega – per poterci arrivare, poi rientro all’ora di cena, mangio e mi metto a studiare, anche se faccio fatica". "È molto tranquillo di carattere, ma determinato – spiega papà – e sa dove vuole arrivare. La sua famiglia lo segue sempre e io lo porto agli allenamenti. Questo sport è molto faticoso, richiede enormi sacrifici fisici ed economici, che sosteniamo anche grazie ad un gruppo di sponsor i cui principali sono Casmon e Spezia Pesca, aziende mia e dello zio. Lo appoggeremo finché vorrà, anche se questa disciplina ci crea ansia" confessa. Ma Filippo ha le idee chiare, guardando anche all’esempio del suo idolo, Jorge Prado, ventenne due volte campione del mondo che ha già incrociato alla finale dell’europeo: ancora un anno nell’85, poi se i risultati arriveranno, è pronto per fare il suo debutto nella 125 e dar spettacolo in Europa e nel mondo.
Chiara Tenca