REDAZIONE LA SPEZIA

Ferie forzate per il virus. A Fincantieri sale la tensione

La produzione si ferma due settimane per la sanificazione. Un secondo caso di contagio nello stabilimento: si tratta di un capo officina

Coronavirus

La Spezia, 14 marzo 2020 - Dopo lo sciopero di otto ore, le ferie (forzate) per due settimane. E a Fincantieri la tensione continua a salire, anche sul fronte sindacale, schierato su posizioni non proprio identiche per la risposta da dare alle scelte aziendali. Le preoccupazioni sono però tutte per l’evoluzione dell’emergenza coronavirus, che ha fatto registrare un altro caso, quello di un capo officina cinquantacinquenne, il cui tampone sarebbe risultato positivo. Per consentire la sanificazione degli spazi produttivi, soprattutto quelli più a rischio (ieri deserti), dove non è facile rispettare la prescrizione della distanza di un metro fra lavoratori, la produzione dunque si ferma. La strada scelta però non piace ai sindacati, che non condividono il ricorso alle ferie e che per questo hanno preso una dura posizione, anche se in forma non proprio unitaria. Il documento che censura il comportamento del vertice aziendale e del gruppo porta la firma solo di Fim e Fiom, per quanto le posizioni, almeno localmente, non siano poi così distanti. Solo una questione legata alla formulazione del giudizio contrario alla scelta aziendale di non mettere mano, per ora, allo strumento della cassa integrazione. Anche se poi tutto dipenderà dalle nuove misure annunciate a livello centrale. "E’ inaccettabile la decisione unilaterale di Fincantieri di obbligare i lavoratori a prendere le ferie forzate durante il periodo di sanificazione dell’azienda – denunciano Gianluca Tavilla, Fim Cisl, e Mattia Tivegna, Fiom Cgil della Spezia – Non possono essere sempre i lavoratori a pagare le crisi, tanto più questa, una epidemia che mette a dura prova il tessuto economico e sanitario del territorio. Per i lavoratori di Fincantieri si attivino quindi gli ammortizzatori previsti dal Dpcm dell’11 marzo". A livello nazionale , più evidente la divergenza di valutazioni sulla scelta di Fincantieri: "Rispetto a tale decisione – scrive Uilm nazionale – abbiamo espresso unitariamente perplessità. Per questo motivo, non comprendiamo perché Fim e Fiom abbiano voluto sostanziare questo giudizio senza la Uilm, quando si stava redigendo un comunicato unitario, decidendo autonomamente di non rispettare alcune correzioni di forma che poneva la Uilm". La comunicazione della sospensione della produzione è stata data, ieri, nel corso di un incontro cui hanno partecipato alcuni rappresentanti della Rsu e la responsabile delle risorse umane di Fincantieri. Una decisione di cui i rappresentanti hanno solo preso atto senza condividerla, convinti che non dovessero essere i lavoratori, di fatto, a farsi carico dell’emergenza in questa fase, rinunciando alla possibilità di fruire di quelle ferie nel periodo estivo, come di norma. Una circostanza rimarcata a La Nazione anche da Graziano Leonardi, segretario Uil metalmeccanici: "Potevano essere utilizzate altre forme, per esempio agendo sulla flessibilità dell’orario. Uscendo con la cassa il lavoratore ci avrebbe rimesso qualcosa, potendo però andare in ferie regolarmente nel periodo estivo. Una scelta unilaterale di cui la Rsu ha solo preso atto. Vedremo comunque come evolverà la situazione". Franco Antola