
Respinto il ricorso della Procura della Spezia contro il dissequestro del cantiere nell’ex cava Carlo Alberto alla Palmaria. Ieri, la terza sezione della Cassazione ha cassato il ricorso contro il provvedimento col quale il Tribunale del riesame aveva bocciato la convalida, da parte del gip del tribunale della Spezia, dei sigilli apposti di iniziativa dai Carabinieri forestali, il 12 aprile scorso. Un provvedimento che dovrebbe mette la parola fine alla querelle dell’inizio dei lavori per la realizzazione dello stabilimento balneare – con ristorante e piscina – autorizzato dalla Conferenza dei servizi alla società Palmaria experience: fuori tempo massimo di sei giorni per l’accusa, per la quale il termine di un anno previsto dalla Legge entro il quale procedere alle opere era da ricondurre alla conclusione del percorso autorizzativo, il 28 marzo del 2022; nel rispetto dei termini, secondo la difesa – sostenuta dall’avvocato Andrea Corradino – nella misura in cui l’efficacia del titolo edilizio sarebbe da ancorarsi alla convenzione tra la proprietà e il Comune di Porto Venere sottoscritta il 22 novembre 2022, con possibilità di iniziare lavori un anno dopo. La Procura, nel ricorso, non aveva mosso rilievi del contenuto delle opere, ma si era posta l’obiettivo di sciogliere il nodo formale della finestra di inizio lavori non tanto e solo per il caso specifico ma per questioni generali di principio, visto che potrebbero riproporsi situazioni similari esposte a valutazioni difformi da parte dei giudici:meglio investire la Cassazione e arrivare ad un provvedimento definitivo, che a questo punto potrebbe anche orientare il prosieguo o meno dell’eventuale azione penale.