Esperti in campo per l’ambiente. Tutti assieme per un ’Altro turismo’

Procede l’inchiesta della Procura innescata dall’esposto presentato dagli ambientalisti spezzini. Giuristi, ingegneri e un epidemiologo a supporto dell’indagine sul campo dell’avvocato Antonini.

Risale a circa un anno fa l’apertura del fascicolo penale, a carico di ignoti, il cui reato ipotizzato, allo stato attuale delle indagini condotte da Monica Burani, risulta essere quello di inquinamento ambientale. Il documento nasce a seguito di un esposto per i fumi delle navi da crociera presentato, a firma dei singoli rappresentanti della rete ’Altro turismo’, costituita da varie associazioni ambientaliste spezzine, che si è rivolta all’avvocato Valentina Antonini, da anni esponente del Ceag Liguria di Legambiente. Da lì è scaturita l’indagine che ha coperto, per la complessità delle verifiche eseguite, un intero anno solare e oltre. A supportare le indagini, una relazione tecnica redatta dall’ ingegnere Vittorio Gasparini e dal giurista ambientale Marco Grondacci che ha arricchito il fascicolo con materiale utile dal punto di vista investigativo. Altrettanto nodale il contributo fornito dall’epidemiologo Paolo Crosignani, già primario dell’unità di epidemiologia ambientale dell’istituto tumori di Milano e già consulente del pm nel caso della Tirreno Power di Savona che, analizzati i dati registrati dalle centraline spezzine di Arpal, ha offerto la propria tesi confermando un rischio sanitario che la stessa Asl5, nel 2022, non aveva escluso in sede di commissione. Nero su bianco, dalla relazione emerge che, in presenza delle navi da crociera ancorate nel porto spezzino, le centraline risultano effettivamente influenzate dal fenomeno; con una registrazione di livelli importanti di ossidi di azoto per quella antistante la zona cittadina in corrispondenza degli attracchi. "In particolare, se le rilevazioni fatte tra aprile e agosto appena trascorso confermano un aumento dei livelli di ossidi di azoto di 14 mgm³, dovuti però ad un fenomeno estivo di rimescolamento nell’atmosfera; in realtà il livello stimato raggiunge il valore di 16 mgm³ con un aumento di mortalità stimabile attorno al 7,66% come effetto cardiovascolare respiratorio causato da esposizione a lungo termine" afferma Crosignani. Tutto questo, a fronte di quanto invece stabilito da Oms nelle sue ultime linee guida del 2022 secondo cui il livello di ossidi di azoto, per la tutela della salute umana, deve corrispondere a 10 mgm³. E se tale inquinamento è determinato davvero dalle navi, un intervento mirato – rassicura Crosignani – determinerebbe un miglioramento della qualità dell’aria. Scartata la soluzione di un diverso combustibile a basso tenore di zolfo, l’opzione auspicata è quella dell’elettrificazione delle banchine portuali che nell’ottica di una conformità alle buone pratiche ridurrebbe di gran lunga il rischio.

Alma Martina Poggi