La Spezia, droga e cellulare in una cella: scoperta choc dentro al carcere

Blitz della polizia penitenziaria porta al sequestro del materiale ad alcuni detenuti sudamericani. Sos del sindacato Sappe. "Ogni giorno una battaglia silenziosa per evitare il diffondersi dello spaccio".

La Spezia, 11 maggio 2023 – "Droga e telefonino nella cella del carcere". È accaduto nel penitenziario spezzino di Villa Andreino, dove gli agenti della polizia penitenziaria hanno scovato, all’interno di una cella che ospita alcune persone originarie del Sud America, non solo della sostanza stupefacente ma anche un cellulare con il quale i detenuti potevano comunicare all’esterno. Tutto il materiale (un involucro con una sostanza che si sospetta essere cocaina, del subotex, un telefono cellulare, una sim e un caricabatterie) è stato immediatamente sequestrato. A darne annuncio e a porre l’accento su un fenomeno che non risparmia neanche la casa circondariale della Spezia, è il sindacato Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che sottolinea "l’acume investigativo e la professionalità operativa" del personale di polizia penitenziaria in servizio nella struttura spezzina. "Ennesima brillante operazione messa a segno della Polizia penitenziaria della Spezia, che quotidianamente opera nell’azione di contrasto all’introduzione di telefonini cellulari e di sostanze stupefacenti nel penitenziario. I baschi azzurri hanno infatti scovato in una cella composta da sudamericani della sospetta cocaina, del subotex, un telefono cellulare, una sim ed un caricabatterie. Questo ritrovamento di cellulari e stupefacenti, che possono senz’altro minare l’ordine e la sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario, inquieta non poco" commenta il segretario regionale del Sappe Liguria, Vincenzo Tristaino. "Ogni giorno la Polizia penitenziaria in tutta la nazione porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico di droga, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti – rilancia il segretario generale del Sappe, Donato Capece –. Proprio il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business.

Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia penitenziaria diviene fondamentale e deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari". Per il Sappe infatti "è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere della Spezia e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza": per questo il sindacato della Polizia penitenziaria torna a sollecitare un intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria.