di Marco Magi
Aveva quattro anni Alexandra Dovgan, quando ha iniziato a suonare il pianoforte. E martedì sera, la popolare pianista, oggi quindicenne, sarà protagonista del primo degli appuntamenti agli Impavidi di Sarzana con ‘Concerti a Teatro’, la stagione di musica classica promossa da Fondazione Carispezia. Nonostante la sua giovane età, ha già debuttato nelle più prestigiose sale da concerto, come il Berlin Philharmonie, Théâtre des Champs Elysées, Vienna Konzerthaus, e si è esibita insieme a musicisti del calibro di Ton Koopman, Trevor Pinnock, Valery Gergiev, Paavo Jarvi e Gustavo Dudamel.
È conseguenza naturale diventare musicista... in una famiglia di musicisti? Qual è stata la scintilla?
"Sì, effettivamente sono nata in una famiglia di musicisti, i miei genitori sono pianisti. Perciò, credo che non ci siano stati dubbi sulla mia scelta di professione o di strumento. Fin dalla prima infanzia ascoltavo moltissima musica classica e, verso i quattro anni, i miei genitori mi portarono in una scuola. È così che è iniziato tutto!".
Come ci si ritaglia il tempo fra lo studio del pianoforte e la musica in generale? E cosa fa in quel tempo?
"Certo ho del tempo libero, e oltre alla musica mi piace fare un sacco di cose, per esempio andare a teatro o nei musei. Quando mi trovo in una città interessante e ho tempo tra un concerto e l’altro, mi piace camminare e vedere i luoghi. Amo anche fare sport e parlare con i miei amici".
Chi la definisce ‘speciale’ in cosa ha ragione e in cosa ‘sbaglia’?
"Non lo so, non ho mai pensato al fatto di essere qualcosa di speciale. Provo soltanto a lavorare il più che posso e a godermi la musica che suono".
Quando era più piccola in un modo, adesso sicuramente in un altro: come la supportano i suoi genitori?
"I miei genitori mi hanno sempre sostenuto e mi sostengono anche adesso, indipendentemente dall’età! Mi aiutano moltissimo musicalmente, ovviamente. Gli sono molto grata per questo!".
Tanti importanti palcoscenici già calcati, quale sogna adesso?
"Di certo ho avuto la fortuna di esibirmi già in numerosi palcoscenici meravigliosi. Ma c’è una speciale atmosfera quando si suona nei teatri italiani. Di solito, è stimolante e piacevole al tempo stesso. C’è una sorta di storia in essi, e ciascuno ha la propria. Ricordo quando stavo eseguendo il Concerto n. 23 di Mozart con l’orchestra da camera di Mantova; il concerto era dedicato all’esibizione del tredicenne Mozart, e io avevo la sensazione che Wolfgang fosse proprio lì presente e pensavo che sarebbe, in qualsiasi momento, salito sul palco. Ma sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Sarebbe bello esibirsi a Roma, Milano. Aspetto con impazienza il concerto a Sarzana!".