CHIARA TENCA
Cronaca

Dalila, picconate agli stereotipi. In libreria il dizionario femminista

Dal concetto di bellezza al ruolo di genere, i consigli della biassea Bagnuli e del suo ’Diario non conforme’

Dalila Bagnuli

La Spezia, 31 ottobre 2023 – Perché questo libro? "È nato perché ce n’è bisogno. Ho sentito la necessità di trasformare le mie esigenze personali e la mia osservazione del mondo in un prodotto fisico, che vuole arrivare principalmente agli adolescenti e in generale a tutte le persone che si sentono sbagliate e hanno voglia di urlare mille rabbie represse". Ha 24 anni e le idee decisamente chiare Dalila Bagnuli, giovane originaria di Biassa trapiantata a Milano, dove si è spostata per frequentare l’università e oggi lavora come social media manager e scrittrice di libri e newsletter. Una città dove vive da cinque anni, che le ha dato "tantissime opportunità" e l’ha accolta "a braccia aperte". Si definisce "divulgatrice e attivista" e il suo ’Diario non conforme’, pubblicato da Mondadori Electa Young con le illustrazioni di Silvia Blasi, nelle librerie dal 31 ottobre, è un perfetto mix di entrambe le sue anime.

Una ricetta di vita , che si sviluppa pagina dopo pagina, assestando picconate al pensare comune e agli stereotipi. "Lo scopo di questa pubblicazione è far liberare la voce delle persone, dar loro modo di rivendicare al mondo che hanno diritto a esistere come sono e ad avere uno spazio, senza vergogna" esordisce. E, in una veste grafica originale, in quest’opera breve, ma intensa c’è davvero un universo, fra consigli musicali, frasi che rappresentano la voce mainstream della società da esorcizzare, pensieri, consigli, uno spazio libero da compilare e un dizionario femminista. "Da adolescente ero diversa dalle altre: una cosiddetta ‘alternativa’, mi piacevano il rock e il punk, giravo con la chitarra in spalla e questo è molto presente. Ma non parla solo di me: ad esempio, c’è anche una ragazza che s’interroga sul suo orientamento sessuale e altro ancora. È una sorta di coro collettivo che va a formare una voce unica: quella di un’intera generazione che troppo spesso viene sbeffeggiata".

È una storia che si ripete, però, comune anche alle precedenti.

"Esatto: un peso psicologico che tutte hanno vissuto, dai canoni di bellezza idealistici alla sofferenza per l’ambiente. La mia, probabilmente, sarà l’ultima a vedere la neve in inverno, ma ognuna ha i suoi problemi e le sue istanze non ascoltate".

Perché sono messe in evidenza alcune frasi?

"Dal primo all’ultimo, la voce narrante della protagonista ha un dibattito con una bocca parlante e giudicante: la personificazione della società. Pronuncia frasi che tutti noi, penso, ci sentiamo addosso e che rappresentano un copione già scritto a cui dobbiamo attenerci, dal concetto di bellezza al ruolo di genere. Un po’ sussurra, un po’ sibila e un po’ urla: la protagonista ingaggia con lei una lotta continua e alla fine inizia a liberarsene".

Ma non sarebbe più sano infischiarsene, di quella voce?

"Certo, sarebbe bellissimo, ma bisogna riconoscere che ormai la pressione sociale è diventata una sorta di regola implicita assimilata. L’obiettivo del libro è, quindi, tracciare un percorso che diventi un piano di riappropriazione della propria vita e del proprio corpo. È difficile, certo, svincolarsi da ciò che si è sempre vissuto, ma alla fine ci riesce. La protagonista non mette la parola fine: le pagine vuote che si trovano in fondo, sono un invito a chi legge. ’Questo è l’inizio. Ora tocca a te’". Tocca a tutte noi, tutti i giorni.